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AMBIENTE SVENDUTO TRASFERITO A POTENZA
Il processo Ambiente svenduto trasferito a Potenza perché anche i giudici tarantini sono “parti offese del disastro ambientale quindi potenzialmente non neutrali“.
TARANTO ANCORA SENZA GIUSTIZIA
Pare dunque una piaga senza fine quella che attanaglia la città ionica da decenni. Il legame tra mortalità per tumore e inquinamento ambientale derivante dalla produzione dell’acciaio verrà ancora essere messo in discussione.
Si parla del disastro ambientale (al momento ancora presunto) causato dall’Ilva negli anni in cui è stata gestita dalla famiglia Riva (1995-2012). Dopo quanto deciso ieri, si ripartirà da zero mentre Taranto continuerà ad attendere che si faccia giustizia mentre molti tarantini continueranno ad ammalarsi e morire di tumore da inquinamento.
COSA È SUCCESSO
La richiesta dei difensori (Pasquale Annicchiarico, Luca Perrone e Giandomenico Caiazza) di spostare il procedimento a Potenza è stata accolta dalla sezione distaccata di Taranto della Corte d’assise d’appello di Lecce (presidente Antonio Del Coco, il giudice Ugo Bassi e la giuria popolare). È stata così annullata la sentenza di primo grado (datata 31 maggio 2021) che aveva portato a 26 condanne. Un primo tentativo (2016, respinto) di spostamento del processo era stato già fatto in una precedente fase dell’inchiesta.
Perché è stata accettata la richiesta di spostamento? La difesa l’aveva motivata sottolineando il fatto che i giudici tarantini sono anch’essi “parti lese” del disastro ambientale. Tant’è che 2 di loro si erano costituiti parte civile (inizialmente erano 3 ma uno di loro ritirò la richiesta di risarcimento danni). A costituirsi parte civile anche un membro laico della sezione agraria del Tribunale. Secondo la Corte d’Assise dunque, proprio questi motivi non avrebbero consentito ai giudici di decidere con il massimo grado di neutralità (non garantendo un elevato quoziente di affidabilità) sulla vicenda.
PERCHÈ POTENZA ?
Lo stabilisce la legge n. 420 del 1998 che ha modificato l’art. 11 del Codice di Procedura Penale individuando (e stilando apposita tabella) le competenze circolari tra i vari capoluoghi dei distretti di corte d’appello nei casi come quello di Taranto.
In pratica, nel caso in cui un magistrato sia imputato, persona offesa, o danneggiato dal reato (come nel caso di Taranto), e il procedimento appartenga ad un ufficio giudiziario del distretto in cui il magistrato esercita o esercitava le sue funzioni al momento del fatto, la competenza sarà determinata secondo le indicazioni automatiche fissate nella seguente tabella A (quindi, nel caso di Taranto, sezione distaccata di Taranto della Corte d’Assise d’appello di Lecce: POTENZA).
Tabella A | |
Dal distretto di | Al distretto di |
Roma | Perugia |
Perugina | Firenze |
Firenze | Genova |
Genova | Torino |
Torino | Milano |
Milano | Brescia |
Brescia | Venezia |
Venezia | Trento |
Trento | Trieste |
Trieste | Bologna |
Bologna | Ancona |
Ancona | L’Aquila |
L’Aquila | Campobasso |
Campobasso | Bari |
Bari | Lecce |
LECCE | POTENZA |
Potenza | Catanzaro |
Cagliari | Caltanissetta |
Caltanissetta | Catania |
Catania | Messina |
Messina | Reggio Calabria |
Reggio Calabria | Catanzaro |
Catanzaro | Salerno |
Salerno | Napoli |
Napoli | Roma |
ADESSO COSA SUCCEDERÀ ?
In parole spicciole, adesso spetterà alla Corte d’Assise d’appello di Potenza stabilire se le emissioni dell’ex Ilva dei Riva abbiano provocato il disastro ambientale e sanitario a Taranto.
Nel frattempo però il procedimento ripartirà dall’udienza preliminare e gli imputati saranno rinviati a giudizio previa richiesta dei PM lucani. E cosa non meno importante, le pene inflitte a maggio 2021 saranno CANCELLATE, con il rischio PRESCRIZIONE di molti reati che incombe. Ma non tutti …..
ENTRO 15 GIORNI LE MOTIVAZIONI
Le motivazioni della decisione dello spostamento del procedimento a Potenza che sta facendo discutere non poco l’opinione pubblica (ne hanno parlato anche i tg nazionali) saranno depositate dalla Corte entro 15 giorni. Successivamente la Procura di Taranto e quella di Potenza potranno anche far ricorso in Cassazione.
IL RISCHIO PRESCRIZIONE
Un reato può essere dichiarato prescritto al trascorrere di sei anni dal momento della consumazione del reato (art 157 del Codice penale). Se però vi sono atti che interrompono la prescrizione (ad esempio: il decreto di citazione a giudizio) ai 6 anni si aggiungerà una ulteriore durata di 1/4 di quei sei anni (6 anni + 1/4 di essi).
Occorre prestare molta attenzione però riguardo a quanto si sta dicendo in queste ore sul rischio prescrizione. C’è da sottolineare il fatto che i termini di prescrizione vengono raddoppiati per alcuni reati previsti specificamente dalla Legge (ad esempio: reati di frode processuale e disastro colposo, per citarne alcuni).
INTANTO: AAA EX ILVA VENDESI
L’ex Ilva, diventata “Acciaierie d’Italia” nel 2021 è attualmente in amministrazione straordinaria e in vendita dal 31 luglio 2024. Venerdì 20 settembre sarà l’ultimo giorno utile per i potenziali compratori di “manifestare il proprio interesse”.
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