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Cassazione nega risarcimento per Sollecito
E’ stata nuovamente respinta la richiesta di 500 mila euro per ingiusta detenzione presentata dal suo legale. Anche la Cassazione nega risarcimento per Sollecito che sostiene di non essere ancora riuscito a trovare occupazione per ciò che gli è accaduto dal 2007.
Raffaele Sollecito: “Decisione inspiegabile”
Sollecito non si spiega il perché di questa decisione perché le conseguenze subite a causa di quella che definisce “una ingiusta detenzione” si ripercuotono anche sul suo presente. Il suo difensore: “Il risarcimento che è stato negato a Raffaele poteva e doveva essere il giusto ristoro per l’ingiusta detenzione subita. Ma questo non scalfisce in alcun modo la sua innocenza“. L’avvocato Bongiorno ha concluso: “Ricorreremo alla Corte europea e non ci fermeremo“.
Raffaele Sollecito: “Se ancora non trovo un lavoro è per quanto mi è successo. Sto ancora subendo le conseguenze degli anni passati in carcere da innocente e non capisco perché questo non venga compreso“.
Cassazione nega risarcimento per Sollecito: l’incubo durato 4 anni
Era stata prima la Corte d’Appello di Firenze a negare la richiesta di risarcimento presentata dall’avv. Giulia Bongiorno, difensore di fiducia di Raffaele Sollecito. Con sentenza del 27 gennaio 2017 la Corte aveva respinto le richieste di ingiusta detenzione patita da Sollecito tra il 6 novembre 2007 e il 3 ottobre 2011. Quattro anni trascorsi in carcere accusato (insieme ad Amanda Knox) di omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, uccisa a Perugia nel 2007.
Da quell’accusa, il 27 marzo 2015 Raffaele Sollecito fu assolto dalla Corte di Cassazione “per non avere commesso il fatto” con sentenza definitiva (fu assolta anche Amanda Knox). La sentenza di assoluzione annullò la sentenza di condanna del 30 gennaio 2014 della Corte di Assise di Appello di Firenze.
“La mia durissima detenzione sarebbe giustificata“
Sollecito, dopo il rigetto della prima richiesta di risarcimento da parte della Corte d’Appello di Firenze aveva detto: “Credevo di aver vissuto le pagine più nere della Giustizia Italiana, ma nonostante la Cassazione mi ha dichiarato innocente, devo prendere atto che la mia durissima detenzione sarebbe giustificata. Ripeto, la Cassazione aveva sottolineato l’esistenza di gravissime omissioni in questo processo e di défaillance investigative.
Non è mai stato chiesto il mio esame in tribunale, men che meno gli inquirenti hanno rispettato i miei diritti civili e costituzionali durante gli interrogatori. Il clima in questura era febbrile e violento, chiunque avrebbe firmato qualsiasi cosa gli/le fosse sottoposto. Infatti, alla fine mi hanno fatto firmare dichiarazioni con frasi non mie.“
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