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Ipotesi concorsone statale
Il Governo sta valutando l’ipotesi concorsone statale per svecchiare la Pubblica Amministrazione, visto che nei prossimi quattro anni 500mila dipendenti pubblici andranno in pensione.
Forse è la volta buona?
Entro i prossimi 4 anni vedremo davvero molti (più) giovani al lavoro negli uffici della Pubblica Amministrazione? Stando a quanto annunciato dal sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, sul palco della Festa dell’Unità di Roma, sembrerebbe di sì. Almeno questa è l’ipotesi avanzata da Rughetti che ha detto: “Il fatto che 500mila dipendenti pubblici nei prossimi 4 anni andranno in pensione è una grande occasione per lo Stato per predisporre un piano assunzioni giovani”.
La grande importanza dei neo pensionati
Nella mente di molti, ipotizzando l’inserimento dei giovani al posto degli esperti “anziani”, si pensa subito all’inesperienza che provocherebbe disagi all’utenza. E’ vero solo in parte perché predisponendo invece un piano adeguato, l’impatto iniziale sarebbe meno traumatico. Si potrebbe pensare a un sistema di inserimento dei giovani affiancati dai dipendenti pubblici “uscenti” (quelli prossimi alla pensione) per fare addestramento. Una sorta di “formazione e lavoro”, metodo provato più volte negli anni (con nomi e in ambiti differenti) ma sempre con delle lacune su più livelli.
Allo stesso tempo, per incentivare il dipendente uscente a formare il giovane, si potrebbe predisporre un sistema “a punti”. Pensione anticipata di qualche mese in base a quanto veloce è risultato l’inserimento della giovane “leva”.
Ipotesi concorsone statale: si pensi NON SOLO AI GIOVANI
Il vantaggio immediato è quello di sbloccare le assunzioni statali, una svolta decisiva per il pubblico impiego ma non solo. Visti i dati sempre preoccupanti sull’occupazione, sarebbe anche il momento di mandare in pensione gente stanca dopo tanti anni di lavoro. Ma il problema della disoccupazione non è soltanto giovanile perché sono tantissimi i 40enni e i 50enni che non trovano occupazione. Per loro la situazione è ancora più drammatica perché le prospettive sono praticamente nulle e i contratti di lavoro vigenti non li favoriscono di certo.
Nella Pubblica Amministrazione, dunque, si potrebbe anche pensare a un maxi concorso che includesse anche loro. Ci riferiamo a gente da tanti anni disoccupata (con o senza figli) con situazioni reddituali e patrimoniali ai limiti della sopravvivenza. I vari bonus, agevolazioni, reddito di dignità, reddito d’inclusione e altre “belle parole” servono a poco se funzionano poco e male e soprattutto se non forniscono una prospettiva di vita alle persone.
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