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6 Ottobre 2024
Home » Lifestyle » Food » Panettone o Pandoro: tra i due litiganti il gusto vince ! E voi quale preferite ?
panettone o pandoro tra i due litiganti il gusto vince

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Tempo di lettura stimato: 4 minuto/i

Panettone o Pandoro

Panettone o pandoro? Natale, la festa delle lucine colorate, dei baci sotto il vischio, del cine-panettone, delle corse affannose per scovare il regalo dell’ultimo minuto, dei pranzi interminabili con ogni leccornia, rappresenta anche l’eterna singolar tenzone tra i 2 colossi dei dolci natalizi lievitati: il panettone e il pandoro.
Bombardati, come siamo, tra spot televisivi e offerte selvagge al supermercato proprio non sappiamo deciderci. Forse è ora di rispondere una volta per tutte e prendere una posizione. Qual è il più buono?

La leggenda narra

Pare che il Panettone derivi da “Pan de Toni“. Secondo questa chiave etimologica, infatti, Toni, umile sguattero della cucina di Ludovico il Moro, sarebbe l’inventore di uno fra i dolci più caratteristici della tradizione natalizia. Alla vigilia di Natale infatti, il capocuoco degli Sforza brucia per sbaglio il dolce preparato per il banchetto ducale. Toni decide dunque di sacrificare il panetto di lievito madre che aveva tenuto da parte per il suo Natale. Lo lavora a lungo con farina, uova, zucchero, uvetta e canditi, fino ad ottenere un impasto soffice e molto lievitato.

Il risultato è talmente entusiasmante, che Ludovico il Moro lo intitola “Pan de Toni” in omaggio al creatore. Quella di Toni è una leggenda concepita sul finire dell’Ottocento per nobilitare e dare ulteriore lustro a quello che è già il vanto della gastronomia milanese. Ai giorni nostri lo si può scegliere con uvetta e canditi o solo con uvetta, ma la vera origine del panettone va ricercata nell’usanza diffusa nel medioevo di celebrare il Natale con un pane più ricco di quello abitualmente consumato tutti i giorni.

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Il rito del ciocco

Un manoscritto risalente al periodo tardo quattrocentesco di Giorgio Valagussa, precettore di casa Sforza, documenta la consuetudine ducale di celebrare il cosiddetto rito del ciocco. La sera del 24 dicembre si poneva nel camino un grosso ciocco di legno e, nel frattempo, venivano portati in tavola tre grandi pani di frumento. Il capofamiglia ne serviva una fetta a tutti i commensali, mettendone da parte una per l’anno successivo, in segno di continuità.

Le origini del Pandoro

La storia del pandoro è ricca di aneddoti e amenità. La versione del pandoro che tutti noi conosciamo (a base di burro, uova, lievito e zucchero) risale all’ottocento come evoluzione del “nadalin”, uno storico dolce della tradizione veronese. Il suo nome e alcune delle sue caratteristiche risalirebbero invece ai tempi della Repubblica Veneziana (estremamente fiorente e prospera nel Rinascimento grazie al commercio marittimo con l’oriente), dove sembra che tra le molte varietà di cibi ricoperti con sottili foglie d’oro zecchino in uso in quel periodo, ci fosse anche un dolce a forma conica chiamato “pan de oro”.

In ogni caso c’è una data che sancisce ufficialmente la nascita del pandoro, il 14 ottobre 1884, giorno in cui Domenico Melegatti depositò all’ufficio brevetti un dolce dall’impasto morbido, a base di burro, e dal caratteristico stampo di cottura con forma di stella troncoconica a otto punte, opera dell’artista Dall’Oca Bianca, pittore impressionista.

Pandoro vs Panettone, dunque chi vince?

Che sia panettone o pandoro, non ha importanza chi vince, tutto dipende unicamente dal gusto personale. E allora buon Natale e che la gara all’ultima fetta abbia inizio!

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