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Articolo aggiornato lunedì, 31 Luglio 2017 15:53
Ricordando Giorgio Gaber
Oggi avrebbe compiuto gli anni (25 gennaio 1939) un grande interprete della canzone italiana. Ricordando Giorgio Gaber “Cos’è la Destra? Cos’è la sinistra?” E’ solo uno dei suoi tanti interrogativi che è sempre di grande attualità.
La biografia
Ricordando Giorgio Gaber, per coloro che lo seguivano viene in mente “Il Signor G”, un artista unico nel suo genere che non era solo un cantautore. Ricordando Giorgio Gaber si fa riferimento anche a un attore, commediografo e regista teatrale e del cinema di grande successo oltre a essere un musicista di valore perché suonava molto bene la chitarra che imparò a suonare seguendo il fratello maggiore che aveva imparato a suonarla prima di lui.
Il suo vero nome era Giorgio Gaberščik e fu proprio lui a dare il la, agli inizi degli anni ’70, al “Teatro canzone” insieme a Sandro Luporini (paroliere, cestista e pittore italiano di 86 anni), un modo nuovo e unico di fare musica e teatro. Scriveva i testi insieme a Luporini e li interpretava sul palco con monologhi unici cantati e recitati. E ricordando Giorgio Gaber non può non venire in mente anche il suo “Destra-Sinistra” del 1995-’96, un interrogativo sempre attuale che il grande Gaber concludeva così: “Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra, è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra? Destra sinistra. Basta!”.
Nacque a Milano ….
…era il 25 gennaio 1939 dalla mamma Carla, una casalinga di origini veneziane e da Guido, un impiegato triestino. Quando era ancora piccolo ebbe una lieve paralisi alla mano che lo indusse a imparare a suonare la chitarra per fare rieducazione dell’arto. Fu forse questa l’origine del suo successo, come lui stesso ammise molti anni dopo. Divertendosi imparando, cominciò a seguire concerti dal vivo di grandi musicisti dell’epoca a Milano (dove viveva) e successivamente entrò a far parte di un gruppo con il quale suonò per due anni musica leggera e jazz.
Ricordando Giorgio Gaber: i primi anni
Entrò nei Rock Boys di cui facevano parte Adriano Celentano ed Enzo Iannacci con i quali nel 1957 si esibì in televisione. Dall’esordio in televisione scaturì l’incontro con colui che divenne poi un grande amico, Luigi Tenco. Con lui formò il gruppo Rocky Mountains Old Times Stompers con Tenco e Paolo Tomelleri al sax, Iannacci al pianoforte e Gaber con Gian Franco Reverberi alla chitarra.
L’attività con il suo gruppo gli permise, dopo il diploma, di iscriversi all’Università Bocconi di Milano. Fu in questo periodo che lo notò Nanni Ricordi, sostenne un provino con la omonima casa editrice musicale per la quale (Dischi Ricordi) incise 4 canzoni firmando per la prima volta il disco con il suo nome d’arte “Giorgio Gaber”. Questo suo primo lavoro discografico gli consentì di apparire nella celebre trasmissione televisiva, il quiz musicale “Il Musichiere”, nel 1959 condotto dall’attore romano Mario Riva.
Nel 1959..
..formò il duo musicale “I Due Corsari” con Enzo Iannacci con il quale incise alcuni 45 giri che contribuirono al successo che arrivò l’anno dopo con il romantico brano “Non arrossire” con il quale partecipò alla manifestazione canora milanese “Sei giorni della canzone, Cento canzoni per cento cantanti”.
Il 12 aprile 1965 sposò l’allora studentessa Ombretta Colli dalla quale poi il 12 gennaio 1966 ebbe una figlia, Dalia. Ricordando Giorgio Gaber ci vieme in mente anche il momento delle sue 4 partecipazioni al Festival di Sanremo dal 1961 al 1967. Nel 1961 con il brano “Benzina e cerini”, in coppia con Maria Monti, nel 1964 con il brano “Così felice” (scritta con Sandro Luporini), in coppia con Patricia Carli, nel 1966 con “Mai, mai, mai (Valentina)”, in coppia con Pat Boone e nel 1967 con “E allora dai !”, in coppia con Remo Germani.
Tra una partecipazione al Sanremo e un’altra, Gaber pubblicò anche un album insieme a una grandissima della musica italiana, Mina.
1966
Dopo un secondo posto alla 14 esima edizione del Festival della Canzone Napoletana (1966) e dopo la partecipazione ad altri show televisivi in Rai che lo resero uno dei personaggi più popolari della televisione italiana, nel 1970 presentò il suo varietà televisivo del sabato sera “E noi qui” che gli diede l’input per proseguire la sua carriera sul palcoscenico e dare inizio successivamente al “Teatro canzone“, un nuovo genere che gli permise di esprimere la sua vera essenza e con il quale portò la canzone a teatro esibendosi negli anni seguenti nei teatri di tutta Italia.
Tanti gli spettacoli che ottennero un grande successo di pubblico grazie ai quali Gaber prendeva le distanze da moralisti e intellettuali, parlava di tematiche sociali, politiche e di libertà andando sempre controcorrente. Si ricordano, tra gli altri, i suoi successi “Lo Shampoo” e “La libertà” nel 1972-’73 ma anche “Il signor G”, “Dialogo” e “Far finta di essere sani”. Nel 1974 vinse il Premio Tenco.
Dopo tanti anni di teatro, nel 1980 Giorgio Gaber pubblicò l’album “Pressione bassa” e il disco “Io se fossi Dio”, un brano-sfogo contro ogni forma di politica, scritto nel 1978 successivamente all’assassinio di Aldo Moro. Nello stesso anno tornò in Rai dopo molti anni con uno speciale sui suoi recenti successi teatrali.
Gli anni ’80
Negli anni ’80 Gaber proseguì la sua attività teatrale sia da protagonista sul palco sia come autore, registrò un disco con Iannacci e si esibì sul palco anche con Mariangela Melato. I suoi spettacoli furono sempre divertenti, incisivi, pungenti e senza peli sulla lingua. Il suo “La masturbazione“, uscito nel 1981, tratto dal disco “Anni affollati” del 1981-’82 divertì il sempre più numeroso pubblico teatrale.
Negli anni ’90, prima di tornare in teatro da protagonista, prese parte a un film di Mario Monicelli (che gli permise di ricevere la candidatura al David di Donatello per il miglior attore non protagonista) dopo aver organizzato degli incontri al Teatro Goldoni (di cui era Direttore artistico) con molti protagonisti del teatro italiano come Dario Fo e Giorgio Strehler. Portò poi in scena fino al 1994 lo spettacolo “Il Teatro Canzone” ripercorrendo le tappe della sua carriera.
Il periodo dal 94′ al ’96
Dal 1994 al 1996 , dopo l’uscita di un suo nuovo album e prima di diventare nonno per la nascita di Lorenzo (primogenito dei due figli di Dalia, l’altro fu Luca nato tre anni dopo), andò in scena con “E pensare che c’era il pensiero” dove Gaber tornò a trattare tematiche sociali con nuovi monologhi e nuove canzoni come “Destra-Sinistra“, “Quando sarò capace d’amare” e “Mi fa male il mondo” e attualizzando suoi brani del passato da “La realtà è un uccello” a “La Chiesa si rinnova”.
Dal 1997 i problemi di salute di Giorgio Gaber lo costrinsero a fermarsi per poi riprendere con nuovi spettacoli coi quali criticava la società di quegli anni e con un altro album.
Dopo la sua partecipazione a uno show di Celentano con Antonio Albanese, Dario Fo ed Enzo Iannacci, lavorò per un altro disco che non fece in tempo a uscire mentre era ancora in vita perché Gaber, da tempo malato di cancro ai polmoni, morì a Capodanno, nel 2003. Poco dopo la sua scomparsa uscì l’album per il quale aveva lavorato negli ultimi mesi della sua vita, l’album era “Io non mi sento italiano“, l’ultimo scritto con Sandro Luporini grazie al quale vinse la Targa Tenco postuma per il miglior album.
La scomparsa
Giorgio Gaber morì tredici anni fa a Montemagno di Camaiore il I gennaio 2003 dove si era trasferito nell’estate del 1979 con sua moglie. Il corpo riposa nel famedio del Cimitero Monumentale di Milano, come volle la moglie Ombretta Colli.
La Fondazione Giorgio Gaber nel 2004 creò in suo onore il Festival teatro canzone Giorgio Gaber cui hanno partecipato tanti artisti italiani che hanno riproposto i brani di Gaber nelle varie edizioni.
Ciao Giorgio…
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