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22 Ottobre 2024
Home » Cronaca » Italia » Veneto » Vaccini: la regione Veneto prolunga al 2019 i termini di presentazione della documentazione
termini presentazione documenti vaccini veneto

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Termini presentazione documenti vaccini Veneto

In attesa di conoscere l’esito del ricorso contro i vaccini presentato dalla Regione Veneto alla Corte Costituzionale, arriva il decreto del Direttore della sanità veneta, Domenico Mantoan. I termini presentazione documenti vaccini Veneto vengono estesi fino al 2019-2020 per i bambini da 0 a 6 anni. Così facendo, in attesa di delucidazioni del Ministero, si eluderà la decadenza dell’iscrizione per tali fasce d’età.

+++ C’è un aggiornamento del 7 settembre, leggi in fondo all’articolo +++

Moratoria fino al 2019

Nel Veneto ci sarà tempo fino all’anno scolastico 2019-2020 (iscrizione ad asili nido e infanzia) per presentare la documentazione vaccinale per i bambini 0-6 anni. Lo stabilisce il decreto regionale in attesa di eventuali ulteriori chiarimenti ministeriali e dell’esito del ricorso contro la legge nazionale sui vaccini.

Le incongruenze nella legge Lorenzin

Nel testo del decreto, i tecnici del Veneto segnalano una vistosa incongruenza, che riguarda proprio quanto espresso nella legge nazionale 119/2017 che, all’articolo 3 comma 3, recita: “….per  i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la presentazione della documentazione di  cui  al  comma  1  costituisce requisito di accesso”.

I tecnici evidenziano quindi il contrasto con quanto espresso all’articolo 3 bis che descrive le misure per l’anno scolastico 2019 dove al comma 5, recita: “Per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la mancata presentazione della documentazione di cui al comma 3 nei termini previsti comporta la decadenza dall’iscrizione”.

Cosa non è chiaro

Secondo i tecnici veneti, il contenuto degli articoli sopracitati non rende chiaro se le misure di restrizione alla frequenza scolastica siano applicabili sin dall’anno scolastico 2017/2018 e per l’anno scolastico 2018/2019, per i bambini già iscritti alla frequenza dei servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia prima dell’entrata in vigore della legge. Tale incongruenza, peraltro, fa parte dei contenuti del ricorso del Veneto alla Corte Costituzionale.

Termini presentazione documenti vaccini Veneto: l’agevolazione alle famiglie e alle scuole

Per gli anni scolastici 2017/18 e 2018/19 si anticipa quanto previsto dalla legge per l’anno scolastico 2019/20. Ossia l’invio alle scuole degli elenchi dei bambini (0-16 anni) con la loro situazione nei confronti della vaccinazione, privi di dati sensibili.

Per tutti i soggetti non in regola (tra zero e 16 anni) le AULSS avvieranno l’iter conseguente all’inadempimento dell’obbligo vaccinale (sanzione amministrativa-pecuniaria).

L’operatività per applicare la legge sulle vaccinazioni

La Regione Veneto, nel frattempo ha già inviato le prime indicazioni operative per l’applicabilità della Legge 119/17 (vaccinazioni). Ha inoltre ha fornito a tutte le aziende Ulss il modello di autocertificazione da utilizzare da parte dei genitori per la presentazione agli uffici scolastici. Le Aziende ULSS individueranno prima i bambini “non in regola” sulla base degli elenchi già ricevuti dalle scuole. Poi invieranno ai genitori (che non hanno fissato un appuntamento) una lettera raccomandata invitandoli a un colloquio per ulteriori approfondimenti e per procedere alle vaccinazioni. Il decreto ribadisce anche che sono utilizzabili i modelli di autocertificazione già trasmessi alle Aziende Ulss.

Giovedì 7 settembre: la Regione Veneto ci ripensa, moratoria sospesa

In seguito alle polemiche e, se vogliamo, anche alle minacce del ministro Lorenzin, il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha spiegato su Facebook di aver ricevuto una lettera del direttore generale della Sanità regionale, Domenico Mantoan, che comunica la sospensione della moratoria. La regione Veneto ha chiesto che venga portata la questione sollevata al Consiglio di Stato che dovrà prossimamente esprimersi in merito.

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