Tempo di lettura stimato: 3 minuto/i
PALAZZINA LAF DI RIONDINO
É uscito ieri, 30 novembre 2023 il primo film da regista dell’attore tarantino alla sua “opera prima” da regista. Palazzina LAF di Riondino è sicuramente il modo migliore per spiegare cosa è accaduto nel siderurgico con un film che sta facendo molto discutere positivamente la critica. Una pellicola tratta dal libro “Fumo sulla città” di Alessandro Leogrande, che non ha potuto firmare la sceneggiatura perché recentemente scomparso.
LA TRAMA
Il film, ambientato nella città ambientalmente più maltrattata d’Italia (Taranto), racconta non una ma più storie concatenate realmente accadute. Storie di vita dura nell’acciaieria “tarantina”, tra lavoratori, sindacalisti e dirigenti che lavorano (chi consapevolmente chi meno) in un posto tossico per sé stessi e per l’ambiente in generale.
Al centro di tutto c’è l’operaio Caterino Lamanna (interpretato da Michele Rondino), un lavoratore che subisce purtroppo il fallimento della sua masseria causato dall’inquinamento prodotto dall’Ilva, situata vicinissima al siderurgico.
IL TRASFERIMENTO ALLA PALAZZINA LAF
A un certo punto le cose sembrano andar meglio per Lamanna, in procinto di sposarsi con la sua amata Anna con la quale sogna di andare a vivere a Taranto. I dirigenti danno un “importante” incarico a Lamanna che deve praticamente spiare e pedinare quei colleghi “scomodi” di cui l’azienda vorrebbe liberarsi (il cui posto di lavoro era come dire “protetto” dall’art.18 dello statuto dei lavoratori, poi sostituito dal Governo Renzi).
L’attuale riforma del lavoro voluta dal Governo Renzi prevede che l’articolo di 18 non venga applicato sulle nuove assunzioni. Il contratto a tempo indeterminato è diventato a tutele crescenti in base all’anzianità di servizio.
Lamanna chiede di essere trasferito anche lui in quel reparto che pensa sia una sorta di paradiso lavorativo. Si tratta della “Palazzina LAF” (Laminatoio A Freddo), un reparto dove vengono destinati proprio quei lavoratori considerati dall’azienda scomodi. Un posto dove non si fa praticamente nulla perché l’importante è “non creare fastidi” all’azienda…
Purtroppo Lamanna scoprirà ben presto che quel posto era tutt’altro che un paradiso…
L’INTERVISTA
L’attore da sempre impegnato anche nel sociale e adesso al suo primo lavoro da regista sta girando tutta l’Italia per parlare del suo film. Lo ha fatto anche ieri, ospite a Radio Deejay nel programma “Deejay chiama Italia”.
Linus e Nicola Savino hanno chiacchierato con Michele Riondino e con l’amico di sempre e compagno di tante battaglie, Antonio Diodato, reduce dai tanti recenti successi e tour in Europa e non solo. Il cantante tarantino (nato ad Aosta), già vincitore del Festival di Sanremo 2020, è l’autore della colonna sonora del film.
“NON É UN FILM CONTRO LA FABBRICA“
Lo ha detto Riondino, spiegando che il suo è un film che difende una diversa idea di industria e di sindacato che però oggi non ci sono più. “Non siamo contro la fabbrica ma contro quelle persone che avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per non rendere l’Ilva il mostro che è invece diventato“.
L’attore e regista ha proseguito “All’Ilva c’è il problema ambientale, c’è il problema sanitario. Ma voglio essere ottimista: a Taranto adesso si sta respirando un’altra aria. C’è una generazione che non dipende più dall’Ilva e che ormai riesce a pensare e immaginare un futuro senza grandi industrie“.
TI POTREBBERO INTERESSARE
- Altri articoli di LIFESTYLE
- Seguici su FACEBOOK
@ Riproduzione riservata