7 Dicembre 2024
Home » Lifestyle » Lavoro » Scioperi nelle fabbriche per Coronavirus | Venerdì 13 marzo l’incontro in videoconferenza con Conte
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Scioperi nelle fabbriche per Coronavirus

Scioperi nelle fabbriche per Coronavirus al Nord e arrivano anche al Sud mentre la Fiom in un comunicato valuta “Inaccettabile la mancanza di misure e iniziative volte alla protezione dei lavoratori“. Successivamente il comunicato congiunto di tutte le sigle sindacali.

*** AGGIORNAMENTO DEL 14 MARZO: C’è LA FIRMA DEL PROTOCOLLO SICUREZZA ***

SI FERMANO I LAVORATORI

Al Nord Italia cominciano i primi scioperi nelle fabbriche di Mtm, Ikk, Dierre e Trivium nelle provincie di Asti, Vercelli e Cuneo dove sono in corso fermate e scioperi con adesioni altissime. Lo fa sapere la Fiom Cgil del Piemonte.

E gli operai di molti altri stabilimenti metalmeccanici di tutto lo stivale, ormai terrorizzati, sperano si muova qualcosa tra i piani alti del Governo. Intanto si continua a lavorare in uno stato di ansia e soprattutto con il rischio di contagio che è molto alto. Un fermo o quantomeno una drastica riduzione della produzione e di impiego di operai sarebbe necessaria per ridurre il rischio di contagio degli operai stessi e dei cittadini italiani costretti a restare chiusi in casa.

Scioperi anche nel Bresciano

Nelle fabbriche si stanno determinando confusione e panico anche perché si registrano i primi casi di contagio che, in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende“, dicono dalla Fiom Cgil Piemonte. Sciopero di 8 ore nello stabilimento Fincantieri del Muggiano (La Spezia) dove i dipendenti diretti e dell’indotto si sono fermati dopo aver appreso della conferma del contagio da coronavirus per un lavoratore. L’uomo era ricoverato da 13 giorni e ora è in terapia intensiva all’ospedale Sant’Andrea di La Spezia. In quarantena i colleghi che sono entrati in contatto con il collega. 

IL COMUNICATO FIOM CGIL ARRIVATO NEL POMERIGGIO DEL 12 MARZO 2020

La Segreteria nazionale della Fiom, ascoltata la comunicazione del Presidente del Consiglio sulla firma del nuovo DPCM per contrastare la diffusione del coronavirus, valuta inaccettabile la mancanza di misure e iniziative volte alla protezione dei lavoratori che stanno garantendo la tenuta economica del Paese in una condizione di grave emergenza.

Chiede al governo la convocazione urgente di un confronto per affrontare la situazione di emergenza dei lavoratori metalmeccanici.

Impegna tutte le strutture della Fiom, in rapporto con Fim e Uilm, a mobilitarsi da subito per iniziative tese a verificare che ai lavoratori siano garantite dalle imprese le condizioni di salute e sicurezza anche attraverso fermate per una riduzione programmata delle produzioni.

La Fiom ribadisce la necessità dei provvedimenti urgenti governativi sugli ammortizzatori sociali. In tutti i luoghi di lavoro dove non siano assicurate tale condizioni vanno messe in campo tutte le iniziative necessarie dalla richiesta di intervento delle autorità competenti alle iniziative di sciopero.

Conclude la Fiom Cgil sottolineando che tutelare la salute dei metalmeccanici serve a garantire quella di tutti i cittadini italiani.

INTANTO ARRIVA IL COMUNICATO CONGIUNTO DI FIM-CISL, FIOM CGIL E UILM

“LE FABBRICHE SI FERMINO FINO A DOMENICA 22 MARZO PER APPLICARE LE MISURE SANITARIE DI CONTRASTO AL COVID-19”

Da giorni stiamo provando a non bloccare le produzioni, cercando le soluzioni più adeguate, consapevoli dei costi umani ed economici, a partire dalla Lombardia e dalle altre aree più colpite, ma la gran parte delle aziende non sono ancora del tutto preparate a gestire questa emergenza. I lavoratori sono giustamente spaventati.

Data la difficoltà generalizzata a un’esatta e puntuale applicazione nei luoghi di lavoro delle misure sanitarie prescritte dal Governo, a cui chiediamo norme chiare e cogenti per le imprese, e l’oggettiva penuria di dispositivi di protezione individuale utili a prevenire i contagi, Fim, Fiom, Uilm ritengono necessaria una momentanea fermata di tutte le imprese metalmeccaniche, a prescindere dal contratto utilizzato, fino a domenica 22 marzo, al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare
tutti i luoghi di lavoro.

Ovviamente….

– prosegue il comunicato – sono escluse le aziende che svolgono servizi pubblici essenziali e quelle che producono materiali sanitari, nonché i lavoratori, adeguatamente protetti, che garantiscono la salvaguardia degli impianti e quelli già collocati in smart working.
Chiediamo quindi di concordare fermate produttive “coperte” innanzitutto con strumenti contrattuali o con eventuali ammortizzatori sociali ove previsti dalla normativa; in mancanza di ciò dichiariamo sin d’ora l’astensione unilaterale nazionale nell’intero settore merceologico, a prescindere dal Contratto utilizzato. A copertura di ciò proclamiamo lo sciopero per tutte le ore necessarie.
Eventuali periodi di fermata inferiori potranno essere concordati con la
rappresentanza sindacale o con le organizzazioni sindacali territoriali previa verifica dell’adozione di tutte le misure sanitarie possibili.

IN SERATA E’ ARRIVATA LA RISPOSTA DEL PREMIER CONTE

La risposta alle richieste dei sindacati è arrivata sui social da parte del Premier Conte che ha deciso di discutere (anche) con le sigle sindacali dandone notizia con il seguente messaggio:

Domani (venerdì 13 marzo 2020, ndr) alle 11 videoconferenza da Palazzo Chigi insieme a Nunzia Catalfo (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Senatrice del MoVimento 5 Stelle), Roberto Gualtieri (Ministro dell’economia e delle finanze), Stefano Patuanelli (Ministro dello Sviluppo Economico) e Roberto Speranza (Ministro della Salute) per discutere con le associazioni industriali e i sindacati dei protocolli di sicurezza da attuare nelle fabbriche a tutela della salute dei lavoratori“.

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