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BABY GANG di Vigevano
“Si indaghi su rapporti con gruppi facebook che incitano a odio, violenza e stupri“. Lo afferma Codacons relativamente alla BABY GANG di Vigevano.
“La magistratura verifichi le responsabilità di possibili ‘mandanti’ “
Secondo Codacons, dietro i gravissimi atti di violenza compiuti dalla baby gang di Vigevano potrebbero esserci gruppi organizzati su Facebook che incitano all’odio, allo stupro di gruppo e alla brutalità verso soggetti deboli, donne e disabili. L’associazione chiede dunque di estendere le indagini al noto social network mondiale.
“La baby gang delle stazioni ferroviarie“
Così gli inquirenti hanno definito il branco, tutti 15enni, che violentavano e picchiavano coetanei. Quattro sono stati arrestati e sei ragazzi (tra i 15 e i 16 anni) sono stati denunciati dopo le indagini condotte dai carabinieri di Vigevano, in provincia di Pavia, e dal comando provinciale dell’Arma.
La banda di ragazzini avrebbe agito prendendo di mira i soggetti più deboli e incapaci di difendersi, scelti tra i compagni di classe o i vicini di casa. Una volta scoperta l’attività violenta, i carabinieri hanno convinto alcuni genitori a presentare denuncia e poi sono scattati gli arresti.
Diversi i reati contestati ai giovanissimi
I giovanissimi ora sono nei guai e devono rispondere di diversi reati:
- concorso in violenza sessuale;
- riduzione in schiavitù;
- pornografia minorile (perché diffondevano sui social le loro malefatte)
- violenza privata aggravata mediante lo stato di incapacità procurato alla vittima.
La denuncia di Codacons
“Abbiamo già denunciato alle Procure della Repubblica gruppi sorti su Facebook e nomi e cognomi dei loro creatori e responsabili (a titolo di esempio: “Welcome To Favelas”, “Pastorizia Never Dies”, “Sesso Droga E Pastorizia”, “La Fabbrica Del Degrado”, “Punta Della Lancia”), nei quali membri e amministratori in totale libertà inneggiano a stupri di gruppo e violenze di ogni tipo“.
Spiega Codacons: “Gruppi estremamente pericolosi, perché possono avere effetti negativi sui più giovani spingendoli a compiere gesti brutali come quelli avvenuti a Vigevano. Per questo chiediamo oggi alla magistratura di verificare se i ragazzi che costituivano la baby gang del pavese avessero rapporti con gruppi Facebook analoghi a quelli già denunciati dal Codacons, e se vi siano eventuali responsabilità di soggetti terzi in qualità di possibili ‘mandanti’ o istigatori delle violenze e degli stupri perpetrati dal branco“.
La Corte di Cassazione, ricorda Codacons, si è infatti espressa di recente affermando che anche ciò che viene pubblicato su Facebook può costituire reato ai fini del codice penale.
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