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Birra Raffo
Stamattina sulla pagina ufficiale del profilo Facebook, birra Raffo tradisce ancora una volta i tarantini che, nemmeno più tanto inconsapevolmente, la considerano ancora una birra tarantina. La gaffe è di quelle imperdonabili perché a trafiggere il cuore dei tarantini stavolta è un post, corretto alcuni minuti dopo, che recitava così «A 37 anni dalla sua scomparsa, Ernesto Iacovone vive ancora nel cuori di molti e adesso, anche sulla maglia della sua squadra. Un corerossoblu come il suo non si dimentica».
E meno male… ci verrebbe da dire perché il nome del mai dimenticato Iacovone è Erasmo e non Ernesto. La reazione di molti tifosi è stata violenta: chi ha giurato che non berrà più la birra Raffo, chi si è sentito profondamente offeso, chi ha sottolineato la superficialità legata alle questioni tarantine.
Chi era Erasmo Iacovone
Erasmo Iacovone, un calciatore deceduto il 6 febbraio 1978 a quasi 26 anni a causa di un incidente stradale quando militava nel Taranto Calcio dove giocava dal novembre del 1976 in serie B, è ancora oggi considerato una bandiera del calcio tarantino. Iacovone, nella sua prima stagione rossoblu segnò 8 goal in 27 partite. Nel campionato 1977-78 aveva già segnato 9 goal quando in una maledetta notte a San Giorgio Ionico (Ta) incrociò il suo drammatico destino: venne speronato e sbalzato fuori dall’abitacolo da un’auto (che viaggiava a fari spenti) rubata poco prima mentre il ladro cercava di eludere l’inseguimento della Polizia.
Morì così l’attaccante mai dimenticato dalla tifoseria tarantina. Due giorni dopo, l’allora presidente Giovanni Fico volle fortemente rinominare lo stadio “Salinella” in stadio Erasmo Iacovone. Nel 2002 fu inaugurata una statua, nei pressi dello stadio, realizzata dallo scultore Francesco Trani e nell’estate del 2009 anche una via, nei pressi dello stadio, è stata intitolata al compianto calciatore.
Sarà difficile ricucire questo ulteriore strappo tra birra Raffo e i tarantini che tanto stanno soffrendo (calcisticamente e non solo) da troppi anni.
La storia della Birra Raffo
La birra Raffo è una birra lager italiana prodotta dal 1919 nello stabilimento di produzione di Taranto che fu inaugurato il 15 Aprile dello stesso anno da Vitantonio Raffo. Due anni dopo venne realizzata la prima cotta che diede il via alla produzione in botti di rovere. Durante la seconda guerra mondiale la produzione subì un fermo e la fabbrica venne utilizzata dalle truppe inglesi come deposito di mezzi. Ma nel 1946 i fratelli Nicola e Domenico Raffo avviarono la ripresa della produzione.
Nel 1961 il marchio fu ceduto al gruppo Peroni della sudafricana SabMiller che nel 1846 aveva precedentemente fondato la sua birra omonima a Vigevano per mano del suo fondatore Giovanni Peroni dove si era trasferito e dove aveva avviato la sua attività di produzione. Nel decennio successivo la distribuzione e la vendita della birra si diffuse in Puglia e anche nelle limitrofe regioni Basilicata, Campania e poi anche nel Lazio. Nel 1987 lo stabilimento di Taranto venne chiuso e la produzione fu trasferita dal gruppo Peroni presso l’omonimo stabilimento di Bari.
Ancora la birra di Taranto (?)
Questo non ha impedito alla Raffo di restare la birra del territorio tarantino. Nel 2008 in seguito a un sondaggio organizzato dal gruppo Peroni per dare al tarantino facoltà di rivendicare la tarantinità del prodotto, si decise di rinnovare la veste grafica del marchio e venne aggiunto il logo Taras (simboleggiante la città di Taranto) sotto la scritta Raffo e vennero introdotti i colori rosso e blu. Tuttavia la Raffo ha perso già da molti anni il suo stabilimento tarantino in quanto viene prodotta altrove, viene solo distribuita a Taranto e poi venduta in bar, pizzerie e locali vari come birra tarantina, a parte il simbolo e la sua storia originaria… ma i tarantini si convincano che questa birra, tarantina non lo è più da molto tempo.
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