5 Dicembre 2024
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Scontro tra treni nel leccese

Nell’incidente sono rimaste ferite alcune persone il cui numero preciso è arrivato in serata. Nello scontro tra treni nel leccese nessuno è comunque ferito in modo grave.

L’incidente all’uscita di Galugnano

Sul posto sono prontamente intervenuti i Carabinieri, la Polizia e le ambulanze del 118 per soccorrere i feriti che fortunatamente non sono gravi. Si tratta della linea Lecce – Zollino gestita dalle Ferrovie Sud Est e il tratto in cui è avvenuto l’impatto è quello all’uscita di Galugano, frazione di San Donato, a pochi chilometri da Lecce. Quella tratta collega Lecce a Otranto e il punto dell’incidente si trova in aperta campagna.

Lo scontro tra treni nel leccese è accaduto intorno alle ore 17:30 e la bassa velocità ha fortunatamente impedito che lo scontro provocasse feriti più gravi e maggiori danni anche ai mezzi coinvolti. Il bilancio è di 27 tra feriti e contusi, compreso il macchinista, tra le circa 80 persone presenti sul convoglio. Tra le 27 persone, alcune persone sono state visitate e medicate dal personale del 118 presso il “triage” di emergenza allestito nella sala giunta del municipio di San Donato di Lecce. 7 persone sono state trasportate al pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce in codice verde per ulteriori accertamenti, mentre altre 10 sono state condotte presso gli ospedali di Copertino, Scorrano e Galatina. I passeggeri illesi sono invece stati accompagnati a destinazione con un bus delle Ferrovie Sud Est.

Scontro tra treni nel leccese: già aperta un’inchiesta

Le Ferrovie Sud Est hanno fatto sapere di aver già aperto un’inchiesta sottolineando che la causa è dovuta a un errore umano. Uno dei due convogli era rimasto fermo al segnale d’ingresso della stazione di Galugnano; l’altro non ha rispettato il rosso partendo in direzione Lecce.

Il comunicato FSE

Due treni delle Ferrovie del Sud Est si sono urtati all’altezza di Galugnano, sulla linea Lecce – Zollino. Al momento risultano lievemente feriti 10 viaggiatori e il macchinista. Uno dei due convogli era fermo al segnale di ingresso della stazione di Galugnano, mentre l’altro è partito in direzione Lecce non rispettando il segnale rosso. Dai primi riscontri risulterebbe che il treno stava viaggiando a bassa velocità. Le cause sono in corso di accertamento. Avviata un’inchiesta da parte di FSE per approfondire la dinamica dell’accaduto“.

Un bruttissimo precedente

Ciò che è accaduto non può non far tornare in mente a quello tragico del 12 luglio 2016: uno scontro frontale su binario unico tra Andria e Corato che costò la vita a 23 persone provocando il ferimento di altre 50. E’ davvero triste e sconfortante pensare che a distanza di un anno, sarebbe potuta accadere un’altra tragedia di simili dimensioni.

L’assessore ai Trasporti, Giovanni Giannini

Con la programmazione 2007-13 dei Fesr, la Regione Puglia stanziò 83 milioni per la sicurezza ferroviaria, in particolare per il montaggio degli SCMT a bordo treno e a terra. Alle Ferrovie del Sud Est furono assegnati 36 milioni che la società ha utilizzato solo in minima parte, non avendo rispettato il termine di scadenza per l’utilizzo dei fondi POR. Le somme sono state quindi implementate fino a circa 60 milioni di euro e riprogrammate con i Fesr 2014-2020 e serviranno a mettere in sicurezza l’intera rete ferroviaria gestita da FSE.

Insieme a questi 60 milioni sono state programmate – sia con fondi europei che statali – le risorse necessarie a mettere in sicurezza l’intera rete ferroviaria pugliese, anche con la soppressione dei passaggi a livello. La linea ferroviaria interessata dall’incidente è a binario unico, ma è attrezzata con il sistema di sicurezza “conta assi”, che in caso di linea già impegnata da un convoglio, fa scattare il semaforo rosso per altri treni sulla linea”. L’assessore ha richiesto alle Ferrovie del Sud est una dettagliata relazione sull’accaduto e sulle cause che lo hanno determinato.

Scontro tra treni nel leccese: Michele Emiliano “s’indaghi!

Lo scandalo delle Ferrovie Sud-Est i cui sviluppi giudiziari mi auguro possano accertare le responsabilità dei tanti che hanno spolpato una società della quale è stato azionista unico per decenni il Governo della Repubblica italiana, ha oggi contribuito oggettivamente alla mancata realizzazione, anche su quel tratto ferroviario, di sistemi di sicurezza per i quali la Regione Puglia aveva già messo a disposizione delle Ferrovie Sud-Est il denaro necessario.

Su questa questione chiedo che la Procura della Repubblica di Lecce indaghi sino in fondo perché non possiamo accettare che il Salento in particolare e la Puglia in generale rimangano strette in una morsa nella quale le difficoltà della mobilità incidono non solo sullo sviluppo del territorio ma anche sulla sicurezza dei cittadini.

Un miracolo

Emiliano prosegue: “Solo un miracolo oggi non ci consegna un bilancio grave e inaccettabile come quello del 12 luglio dell’anno scorso. Anche in quel caso la Regione Puglia aveva totalmente finanziato lavori di messa in sicurezza che avrebbero potuto evitare un bilancio così grave. La mia vicinanza e il mio pensiero in questo momento va ai passeggeri ed al personale di bordo delle Ferrovie Sud-Est oggi di proprietà dello Stato e gestita dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che hanno subito l’incidente e patito lesioni.

Dobbiamo registrare ancora una volta che le complesse vicende economiche, in questo caso di natura fallimentare e pre-fallimentare, sono venute prima della sicurezza dei viaggiatori e del personale di bordo. In una normale situazione di dissesto aziendale può essere normale sospendere i pagamenti ad un fornitore, ma se quest’ultimo sta realizzando su una linea ferroviaria un lavoro di messa in sicurezza questa sospensione non può essere accettata. E a nulla vale in compenso il limite di velocità di 50 km orari imposto solo di recente dall’Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria“.

Le mani legate delle Regioni

Sbotta il presidente della Regione Emiliano: “È assurdo che le Regioni italiane non abbiano alcun potere di vigilare ed eventualmente bloccare quelle linee ferroviarie che non risultino assolutamente sicure. Neanche la attribuzione all’ANSF della competenza sulla sicurezza delle linee ferroviarie regionali, ha risolto questo drammatico problema.

Le Regioni purtroppo ancora non hanno per legge organi tecnici idonei alla vigilanza delle linee e poteri di sospensione dell’esercizio in tutti i casi di mancanza di adeguate garanzie di sicurezza. Accentrare questi poteri e queste facoltà solo in capo ad organi statali centrali crea un ingorgo di pratiche e di verifiche che non contribuisce adeguatamente alla massima sicurezza del trasporto ferroviario regionale nonostante che il danaro necessario agli adeguamenti sia quasi esclusivamente di provenienza regionale”.

Credito Photo: Web

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