27 Luglio 2024
Home » Spettacolo » Cinema » Agadah | Il film girato a Ginosa ispirato al romanzo “Manoscritto trovato a Saragozza”
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Tempo di lettura stimato: 5 minuto/i

Agadah

E’ stato girato tra le gravine di Ginosa (TA) il film “Agadah” che uscirà nelle sale italiane il 16 novembre 2017. Il film si ispira al celebre romanzo francese del 1805 “Manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki (il titolo in lingua originale è “Manuscrit trouvé à Saragosse”) scritto dal conte polacco Jan Potocki e caratterizzato da generi diversi: avventura, eroico, fantastico e picaresco.

Alla regia del film prodotto da RA.MO. Spa, Alberto Rondalli, 55enne di Lecco che all’attivo ha già altri importanti lavori: nel 1997 realizzò il suo primo lungometraggio “Padre Pio da Pietralcina” prodotto da Rai 1 cui hanno fatto seguito nel 2000 il film “Il Derviscio”, nel 2007 “L’aria del lago” e nel 2015  il film documentario “La trasferta”.

Il percorso di Alfonso…

Agadah” è ambientato nella prima metà del 1700: il 26 maggio del 1734, durante la Battaglia di Bitonto, gli Austriaci asserragliati a Bitonto si arrendono di fronte alla minaccia spagnola di abbattere le mura a cannonate. Anche il principe di Belmonte, inseguito dal duca di Montemar, è costretto a cedere le armi, il Consiglio cittadino di Bari ha deciso di consegnare la città agli Spagnoli.

Il Regno di Napoli passa sotto il dominio di Carlo di Borbone. Alfonso di Van Worden, guardia Vallone al servizio di Re Carlo, riceve da lui l’ordine di andare al più presto a Napoli. L’altopiano murgese pare tuttavia sia infestato da spettri e personaggi inquietanti ma Alfonso, nonostante i tentativi del suo servitore Lopez per impedirgli di partire, si mette ugualmente in cammino. Comincia così il percorso di Alfonso durante il quale incontrerà, in posti sempre diversi e particolari, tanti personaggi bizzarri ognuno con le proprie fantastiche storie.

Cast de “Agadah

Il film, che verrà girato in undici settimane tra Puglia, Basilicata, Roma e Bergamo, presenta un cast internazionale:

  • la 37enne spagnola Pilar Lopez de Ayala;
  • Nahuel Perez Biscayart (29 anni, argentino);
  • Alessio Boni (49, foto);
  • Caterina Murino (38);
  • il 47enne spagnolo Jordi Mollà;
  • Alessandro Haber (68);
  • Flavio Bucci (68);
  • il ceco 51enne Ivan Franek;
  • l’argentino Cesar Brie;
  • Valentina Cervi (39);
  • Riccardo Bocci;
  • Umberto Orsini (81).
La trama del romanzo

Ambientato in Spagna, “Manoscritto trovato a Saragozza” è suddiviso in sessantasei giornate. Il protagonista e narratore in prima persona è Alfonso van Worden.

Si narra che Alfonso, ottenuto l’incarico di capitano delle Guardie vallone, decide di raggiungere Madrid attraversando le montagne della Sierra Morena, una zona conosciuta dagli abitanti del luogo come frequentata dagli spiriti. In quel luogo scompaiono il suo mulattiere Mosquito e il suo domestico Lopez. Giunto alla locanda conosciuta come Venta Quemada, Alfonso viene raggiunto a mezzanotte da un’ancella nera che lo conduce fino a una stanza sontuosamente arredata. Lì lo attendono due giovani dame vestite alla moresca che gli offrono da mangiare e da bere, e successivamente gli raccontano la loro storia, rivelandogli di essere sorelle e di essere sue cugine.

Alfonso apparterrebbe, insieme a loro, alla stirpe dei Gomelez….

…che un tempo regnava nella zona delle Alpujarras vicino Granada, stirpe depositaria di un misterioso segreto. Alfonso, dopo aver solennemente promesso alle due sorelle di mantenere il silenzio su quanto ha appreso, si reca a dormire in un grande letto dove le due giovani lo raggiungono (o forse si limita a sognarlo). Si risveglia all’aperto con le due belle fanciulle diventate due fetidi cadaveri, i due fratelli del bandito Zoto alla forca di Los Hermanos.

Per Alfonso, ogni volta che tenta di superare la Sierra Morena, si ripete più volte lo stesso risveglio. Durante il suo cammino si avvicendano i vari personaggi che gli raccontano la loro storia: l’inquisitore Pacheco che lo fa imprigionare e lo minaccia di tortura, il bandito Zoto e i suoi fratelli (in realtà ancora vivi) e le due sorelle.

L’incontro con gli zingari

Il romanzo prosegue con una delle sezioni più importanti di tutto il romanzo: l’incontro con una carovana di zingari (ai quali si unisce) durante il quale, ogni sera, il capo (lo zingaro Avadoro), prima di andare a dormire, gli racconta le sue avventure. In queste, in uno schema “a matrioska”, si sviluppano altre avventure che a loro volta ne racchiudono delle altre con altri personaggi con delle proprie storie.

Tanti i personaggi di queste storie: l’Ebreo errante, Rebecca e suo fratello il cabalista, il geometra Velasquez, Hervas, Tlascala, Ondina. Alfonso van Worden capirà alla fine che in realtà è stato sottoposto a una prova iniziatica (che supererà con successo essendo riuscito a restare fedele a sé stesso), da parte della potente famiglia dei Gomelez (che progetta di ritornare a dominare il sud della Spagna) che alla fine lo premia.

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