27 Luglio 2024
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Ennesimo caso bullismo nel torinese

Ancora una storia di abusi e di intimidazione, che vede protagonisti due sedicenni. Vittima un loro compagno di scuola. Ennesimo caso bullismo nel torinese.

La nostra gioventù

Non c’è limite alla prevaricazione, abitualmente perpetrata ai danni del più ‘debole’ o del più corretto. Quello che ormai è tristemente noto come bullismo è diventato un fenomeno dilagante, che interessa una larga fascia di giovani in età, prevalentemente, adolescenziale. Le dinamiche sono molteplici e si esprimono in azioni che sfociano spesso nel crimine.

La vicenda

L’ ennesimo caso bullismo nel torinese (accaduto a Borgaro, in provincia di Torino) vede protagonisti due ragazzi di 16 anni ai danni di un loro compagno di scuola. L’episodio non è che uno dei tanti che fanno parte di una quotidianità ormai caratterizzata da comportamenti giovanili a dir poco discutibili.
Saliti su un autobus di linea, per fare ritorno a casa, i due ‘bulli’ hanno strattonato violentemente la loro vittima, un ragazzo di 17 anni, sottraendogli il portafoglio. Scesi poi dall’automezzo, si sono separati e uno dei due è salito su un altro bus. Ma questa volta il loro compagno di scuola, ormai da tempo vittima dei loro soprusi, anche all’interno della scuola, ha denunciato l’accaduto.
Tempestivo l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno prontamente arrestato i due responsabili, uno dei quali anche in possesso di un coltello.

Le cause

Molteplici e complesse le cause di simili comportamenti. Alla base, in prevalenza, vi sono parametri educativi da parte della famiglia molto discutibili: permissivismo, scarso dialogo con i figli e un assenteismo che spesso si ammanta di ‘buonismo’.
Tendenzialmente i bulli cercano un riscatto identitario in azioni di forza e di manipolazione, anche nell’ambito delle classi, esprimendo una ‘rabbia’, che sfocia anche in azioni violente.
Il fenomeno investe i giovani di età tra i 14 e 18 anni, ma nel tempo può radicarsi nel loro comportamento, dando origine a fatti e azioni ancora più preoccupanti. Le vittime sono prevalentemente loro coetanei, o compagni di scuola, che con loro’buona educazione’ sembrano non riconoscere la superiorità del ‘leader’.

Il ruolo della scuola

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Purtroppo, a causa di una componente genitoriale sempre più prevaricante e aggressiva, i docenti sono spesso costretti a intervenire in maniera ‘soft’, cercando col dialogo di recuperare e smussare certe anomalie comportamentali, ma gli atteggiamenti persistono e, talvolta, sono diretti anche contro il docente che, nella loro ottica, ha osato ledere la loro supremazia. I ‘bulli’ riescono a manipolare le classi, imponendo la loro volontà e le loro argomentazioni e il docente diviene, così, vittima di abusi e calunnie.

Di fronte a certe situazioni e al ruolo ormai snaturato della scuola, nascono molti interrogativi, tutti riconducibili a un’unica domanda: quale sarà il futuro di questi giovani?

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