27 Luglio 2024
Home » Cronaca » Italia » Influenza mette ko gli italiani | Quasi 7 milioni dal medico per una visita
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Influenza mette ko gli italiani

Sono quasi 7 milioni i pazienti visitati negli ultimi 3 giorni negli studi dei medici di famiglia. L’influenza mette ko gli italiani, numericamente in aumento del 30% circa rispetto allo stesso periodo degli scorsi anni.

I dati della FIMMG

La Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) ha elaborato i dati che arrivano dagli ambulatori dei 45mila medici di medicina generale. Dal 2 al 4 gennaio 2018 sono state visitate quotidianamente circa 51 persone, contro una media abituale di 30/35.

In questi giorni i nostri studi sono sovraffollati da persone con virus influenzali (soprattutto anziani e pazienti cronici) – sottolinea il segretario nazionale della FIMMG, Silvestro Scotti. Per questo è importante sottolineare ancora una volta l’importanza delle vaccinazioni. Quest’anno stiamo assistendo a un leggero aumento di vaccinati nella popolazione over 65, ma la percentuale è ancora bassa“.

In alcune regioni il problema è gestito meglio

Prosegue Scotti: “L’influenza non sta colpendo allo stesso modo in tutte le regioni italiane. Si stanno registrando i migliori risultati nelle realtà dove si punta sull’organizzazione complessa della medicina generale, caratterizzate da coincidenza di autonomia organizzativa e responsabilità nei risultati. In queste realtà i medici di famiglia, soprattutto grazie a investimenti sul personale, hanno espresso ruolo attivo nelle politiche di prevenzione con particolare riferimento alle vaccinazioni.

  • Nel Veneto l’incidenza è di 4 casi ogni 1000 assistiti (dati Influnet);
  • in Piemonte si contano 15 casi per 1000 assistiti, rendendo necessario chiedersi cosa non stia funzionando..”
Influenza mette ko gli italiani: “Si semplifichi il lavoro dei medici..

L’andamento appena descritto è paradigmatico non solo per la vaccinazione influenzale, ma perché diventi una base di ragionamento per tutti i sistemi/modelli assistenziali che si inseguono da anni nelle regioni di cui si continua a parlare come la panacea di tutti i problemi (accessi Pronto Soccorso, liste d’attesa, gestione cronicità, prevenzione primaria e secondaria).

Appare infine evidente che il modo di ridurre gli accessi in Pronto Soccorso non è rappresentato da semplicistico aumento della presenza quotidiana o settimanale dei medici di famiglia. E’ quello piuttosto di rendere più efficace ed efficiente il lavoro che questi già svolgono durante la loro ordinaria attività: più strumenti per medicina d’iniziativa, più prevenzione primaria e secondaria meno accessi in Pronto Soccorso“, conclude Scotti.

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