27 Luglio 2024
Home » Lifestyle » Lavoro » Sfruttamento in un call center a Taranto | La denuncia di Lumino, poi aggredito e minacciato
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Sfruttamento nel call center tarantino

Nella conferenza stampa di oggi del sindacato SLC CGIL, la denuncia del segretario generale, Andrea Lumino, di sfruttamento nel call center tarantino. I lavoratori venivano retribuiti 1 euro all’ora e privati di un’ora di stipendio per 5 minuti al bagno.

*** Articolo aggiornato venerdì 2 febbraio 2018 in seguito all’aggressione subita da Lumino (leggi sotto) ***

92 euro al mese

La denuncia è scattata dopo quella delle lavoratrici di un call center che percepiscono uno stipendio di 92 euro al mese, circa 33 centesimi all’ora. Il tutto passibile di decurtazioni per chi va 5 minuti al bagno o arriva in ritardo. Dice Lumino: “Oltre alla denuncia in Ispettorato, stiamo valutando con i nostri legali di estendere la normativa in materia di caporalato a questi casi. Se ci sono gli estremi non risparmieremo nulla. Ognuno si assuma le proprie responsabilità, invieremo tutto alla Procura della Repubblica, al Sindaco, al Presidente della Provincia e al Prefetto“.

Sfruttamento nel call center tarantino: l’offerta.. “allettante”

Spiega Lumino: “Sulla carta l’offerta di lavoro era allettante: il call center di Taranto offriva ai lavoratori circa 12mila euro all’anno ma la realtà superava di gran lunga la più macabra delle immaginazioni“.

La nota del sindacato precisa: “I lavoratori impiegati nel call center da metà ottobre a dicembre si sono licenziati dopo il primo allucinante bonifico di appena 92 euro per un intero mese di lavoro. Alle loro rimostranze, l’azienda ha risposto che se per 5 minuti si lascia il posto per andare al bagno si perdeva una intera ora di lavoro. Anche per un ritardo di tre minuti l’azienda non riconosceva alle lavoratrici la retribuzione oraria”.

L’aggressione a Luminio

Andrea Lumino venerdì 2 febbraio è stato aggredito e minacciato a causa della denuncia da lui presentata a dicembre 2017. Quello che vedete è il post del NIdiL Cgil (Nuove Identità di Lavoro) che esprime la solidarietà nei confronti di Lumino.

La legge sul caporalato

Lo stesso Lumino ricorda in un successivo post su Facebook cosa dice la legge sul caporalato. Commette il reato di caporalato, ovvero di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, chiunque:

  • recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori;
  • utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l’attività di intermediazione di cui al precedente punto, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno.

Se i fatti sono commessi mediante violenza o minaccia, si applica la pena della reclusione da cinque a otto anni e la multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.

Lo sfruttamento è configurabile in presenza di una o più delle seguenti condizioni
  • Reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale, o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;
  • reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie;
  • sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
  • sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti.
Sono aggravanti specifiche e comportano l’aumento della pena da un terzo alla metà
  • se il numero di lavoratori reclutati sia superiore a tre;
  • se uno o più dei soggetti reclutati siano minori in età non lavorativa;
  • lavoratori sfruttati sono pure stati esposti a situazioni di grave pericolo, avendo avuto riguardo alle caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro.
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