27 Luglio 2024
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STOP OLIO DI PALMA

Fino a meno di un anno fa, nella lista degli ingredienti della stragrande maggioranza dei prodotti venduti. La petizione stop olio di palma intanto ha prodotto i suoi risultati in campo alimentare ma finisce nei serbatoi dei diesel (!)..

OLI GRASSI E VEGETALI

L’olio di palma fino a meno di un anno fa, nella lista degli ingredienti della stragrande maggioranza dei prodotti venduti nei negozi alimentari e nei centri commerciali, era nascosto dietro la scritta “oli e grassi vegetali”. Da alcuni mesi le cose sono cambiate e lo troviamo indicato chiaramente.

La petizione contro l’olio di palma promossa da “Il Fatto Alimentare” per motivi etici, ambientali e salutari ha prodotto i suoi risultati. 176.127 sostenitori l’hanno firmata e molte grosse aziende lo hanno cancellato dalla lista degli ingredienti dei loro prodotti. Il problema è che l’olio di palma viene utilizzato anche nel diesel. Grandi aziende come Eni hanno promesso che tutto questo dovrebbe finire nel 2023.

ORIGINI

L’olio di semi di palma o di palmisto fa parte degli oli vegetali saturi non idrogenati ricavati dalle palme da olio (Elaeis guineensis, Elaesis oleifera e Attalea maripa). La sua produzione proviene per l’86% da Indonesia e Malesia.

Dal suo frutto si ricava l’olio e dai suoi semi si ricava l’olio di palmisto. L’olio di palma è tra i principali oli vegetali, da sempre usato in vari settori. Oggi viene molto utilizzato dalle industrie bioenergetiche e chimiche, da quelle cosmetiche, farmaceutiche, di mangimistica e alimentari.

L’USO ECCESSIVO NEGLI ALIMENTI

L’olio di palma lo troviamo un po’ ovunque (provate a leggere la lista degli ingredienti sulle etichette):

  • margarina
  • piadine
  • cioccolata in barattolo
  • brioches
  • barrette
  • biscotti.

L’AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) ha promosso una campagna illustrando i presunti effetti positivi per l’ambiente e salutari.

I RECENTI STUDI

Recenti studi e analisi hanno evidenziato che l’eccessivo e frequente consumo di questo olio, grazie al consistente contenuto di grassi saturi, è dannoso per la salute. Provoca infatti un aumento del colesterolo LDL (una sorta di “termometro” i cui valori determinano l’entità dei rischi cardiovascolari). Non fa meno male di altri prodotti alimentari che consumiamo quotidianamente ai quali dovremmo fare attenzione ma questo non può giustificarne il così largo uso.

Una ricerca della Società Italiana di Diabetologia ha evidenziato che alcuni acidi grassi contenuti nell’olio di palma possono danneggiare e distruggere le cellule che producono insulina. Questo, soprattutto nelle persone obese e in sovrappeso, provoca seri rischi di ammalarsi di diabete.

COSA DICE LA LEGGE OGGI

Dal dicembre 2014 la legge è cambiata: le aziende sono obbligate a indicare sull’etichetta di ogni prodotto la presenza dell’olio di palma nella lista degli ingredienti contrariamente a quanto avveniva in precedenza.

Olio di palma: come si ottiene

I frutti della palma vengono raccolti e subito sterilizzati con il vapore. Vengono poi snocciolati, cotti, pressati e filtrati. Il risultato è un olio di colore rossastro dal sapore dolciastro. Un ulteriore processo di raffinazione (che distrugge antiossidanti e carotenoidi ma non i grassi saturi rendendolo così meno sano di quello non raffinato) lo rende di colore bianco giallino.

Olio di semi di palma: come si ottiene

Dal processo descritto per l’olio di palma vengono separati i semi che vengono essiccati, macinati e pressati. Si ottiene un prodotto solido che inizialmente ha un colore giallo castano e dopo la raffinazione diventa bianco giallino. Viene poi fuso e utilizzato nel settore dolciario per glasse, canditura e farciture a base di cacao.

Cos’è l’olio vegetale saturo non idrogenato

L’olio vegetale è un grasso vegetale (totalmente o nella sola parte liquida) che viene ricavato principalmente da semi oleosi e dalle parti di una pianta. Tra queste troviamo: canapa, girasole, lino, oliva, papavero, colza, riso, sesamo, uva, ricino, cartamo, anacardio, albicocca, arachide, argan, avocado, granoturco, cotone, soia, nocciola, mandorla, noce, noce di cocco, palma, crusca di riso, zucca).

È “saturo non idrogenato” perché contiene acidi grassi di origine naturale non originati da reazioni chimiche (idrogenazione di acidi grassi insaturi). I grassi saturi sono di origine animale (in quanto sono presenti nella parte grassa dei tessuti animali) e possono essere anche di origine vegetale (olio di cocco e olio di palma e semi di palma).

I GRASSI INSATURI SONO INVECE SALUTARI

I grassi insaturi sono considerati salutari per il nostro organismo (tra questi: Omega 3 e Omega 6 e Omega 9) e si possono trovare in un lungo elenco di alimenti come gli olii di semi di lino, d’oliva, di noce, di soia, di mais, di noci fresche, di semi di girasole, di arachidi, di fegato di merluzzo e tanti altri.

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