27 Luglio 2024
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Street food contadino con Coldiretti

Oggi in migliaia si sono riversati in piazza a Roma gli agricoltori per lo street food contadino con Coldiretti che hanno lasciato le campagne per difendere l’identità alimentare nazionale che rischia di sparire dalle strade e dalla piazze delle città italiane dove ha rappresentato per secoli un valore aggiunto inestimabile dal punto di vista storico, culturale e turistico. Gli agricoltori: “No kebab e sushi in centri storici“.

La protesta

Svariati i motivi che hanno spinto gli agricoltori e Coldiretti a scendere nuovamente in piazza nella Capitale, dentro e fuori il PalaTiziano in piazza Apollodoro 10 : contrastare la perdita del radicamento territoriale, l’impoverimento della varietà dell’offerta e lo scadimento qualitativo.

C’era il cibo di strada contadino proveniente delle diverse regioni italiane da salvare dall’estinzione.
Presenti il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, il Capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone, il presidente della Giunta regionale del Lazio Nicola Zingaretti e il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti.
E’ stato presentato lo studio Coldiretti sul “Cibo di strada tra rischi ed opportunità” che fotografa il fenomeno nel 2016 e le aspettative di consumatori e turisti ma anche gli effetti della scomparsa delle piccole botteghe alimentari tradizionali dal centro delle città. Gli agricoltori hanno svelato ai visitatori i segreti delle ricette storiche con i caratteristici sistemi di ristorazione mobile, i pratici contenitori innovativi per il consumo itinerante fino al kit per evitare gli sprechi. Spazio all’innovazione nella tradizione anche con le miracolose nuove pozioni naturali, dalla top 10 della centrifuga che abbronza fino agli agri aperitivi afrodisiaci e agli esplosivi cocktail contadini.

“L’alimentazione non è solo un patrimonio economico ed occupazionale ma anche una leva determinante per il turismo che, al pari della cultura, va difeso dalle aggressioni“.

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