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Articolo aggiornato giovedì, 20 Gennaio 2022 13:10
ADDIO TACHIPIRINA E VIGILE ATTESA
La battaglia del Comitato Cura Domiciliare Precoce Covid-19 consente finalmente di dire addio Tachipirina e vigile attesa alla comparsa dei primi sintomi del Covid.
“AGIRE SECONDO SCIENZA E COSCIENZA“
“È onere imprescindibile di ogni sanitario di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito”.
Lo ha affermato il Tar Lazio nella motivazione della sentenza con la quale ha accolto il ricorso presentato dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19. Il ricorso porta le firme del presidente, avvocato Erich Grimaldi e dell’avvocato Valentina Piraino, contro le linee guida ministeriali del 26 aprile 2021, per il trattamento domiciliare dei malati Covid.
LA SENTENZA: “AIFA E MINISTERO DELLA SALUTE IMPEDIVANO DI UTILIZZARE TERAPIE IDONEE ED EFFICACI“
Nella sentenza si legge che “La prescrizione dell’AIFA, come mutuata dal Ministero della Salute, contrasta con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto della malattia COVID-19, come avviene per ogni attività terapeutica”.
“Il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicata dalla scienza e dalla deontologia professionale. Per tali ragioni il ricorso deve essere accolto” – conclude il tribunale amministrativo.
GRANDE SODDISFAZIONE DELL’AVV. GRIMALDI
Il fondatore del Comitato Cura Domiciliare Precoce Covid ha dichiarato: “Finalmente un punto fermo a una battaglia che portiamo avanti da due anni, è la fine della vigile attesa, per dimostrare che le linee guida ministeriali fossero di fatto uno strumento per vincolare i medici di medicina generale alle eventuali responsabilità che derivano dalla scelta terapeutica”.
“Ecco come il Governo, andando a vincolare i medici, ha di fatto privato i cittadini delle cure domiciliari precoci, paralizzando la sanità territoriale, e portato al collasso il sistema ospedaliero, con tutte le drammatiche conseguenze che migliaia di famiglie conoscono purtroppo molto bene” – ha concluso l’avv. Grimaldi.
“MEDICI DOMICILIARI BISTRATTATI“
“Le scelte terapeutiche sono da sempre un dovere e un diritto dei medici, eppure chi ha curato a casa è stato ingiustamente bistrattato e accusato più volte di agire in malafede”, ha dichiarato la portavoce di CDC-19, l’avvocato Valentina Rigano.
“Invece di ascoltare e recepire le costanti richieste di collaborazione che abbiamo più volte proposto al Ministero per trovare una soluzione comune all’emergenza – prosegue la Rigano – chi ha preso decisioni ha ignorato le capacità e l’esperienza di migliaia di medici”. Poi ha concluso, “Questa decisione cristallizza una volta per tutte quale sia il ruolo del medico di medicina generale, ovvero agire e non lasciare i malati Covid ad attendere l’evolversi della malattia”.
AGGIORNAMENTO: IL CONSIGLIO DI STATO SOSPENDE LA SENTENZA DEL TAR
A 4 giorni dalla sentenza del Tar Lazio, il Consiglio di Stato l’ha sospesa spiegandone i motivi nel decreto di sospensione monocratico dal neo-presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini. Si legge: «La circolare del Ministero della salute contiene raccomandazioni sulla cosiddetta “vigile attesa” e somministrazione di fans e paracetamolo durante i primi giorni della malattia per i pazienti Covid a casa, e non prescrizioni vincolanti».
Allo stesso tempo, l’avvocato Erich Grimaldi del Comitato Terapie Domiciliari ha sottolineato: “Se quelle della circolare sono raccomandazioni e non prescrizioni vincolanti, perché vengono sospesi medici che non seguono il protocollo ‘Tachipirina e vigile attesa’ ?“
Il 3 febbraio 2022 si terrà una camera di consiglio per la trattazione collegiale: secondo il Consiglio di Stato le linee guida disposte dalle autorità sanitarie «sembrano rappresentare le migliori pratiche, pur con l’ammissione della continua evoluzione in atto».
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