27 Luglio 2024
Home » Cronaca » Falso IGP Puglia PINOT GRIGIO | Il successo dell’operazione “Pinocchio”
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Falso IGP Puglia PINOT GRIGIO

La soddisfazione di COLDIRETTI alla notizia della scoperta del falso IGP Puglia PINOT GRIGIO che invece era vino prodotto da altre varietà di uva bianca, prive del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).

“Incredibile l’audacia di chi sfrutta la nostra immagine..”

Coldiretti: “Incredibile l’audacia di quanti sfruttano l’immagine del territorio e delle produzioni di eccellenza, ‘sporcando’ le pregiate denominazioni pugliesi e italiane. (falso IGP Puglia PINOT GRIGIO).

Esprimiamo ancora una volta un vivo ringraziamento alle Forze dell’Ordine, in questo caso all’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole e alla Guardia di Finanza di Treviso, che hanno sequestrato oltre 130 mila litri di vino etichettato falsamente come Igp Puglia Pinot Grigio.”

I valori da difendere

Coldiretti fa notare come la popolarità anche internazionale di eccellenze uniche come il Primitivo, il Negroamaro e il Nero di Troia, così come il successo di importanti vini a DOP come il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte espongono il comparto a rischio frodi e speculazioni.

I controlli serrati servono a difendersi dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto.

La rintracciabilità e i marchi sono valori economici che vanno tutelati e valorizzati.

La soddisfazione del Presidente di Coldiretti Puglia

Gianni Cantele ricorda come sia prezioso il lavoro di Ispettorato Centrale Repressione Frodi, Nas e Corpo Forestale, affiancati negli ultimi anni dagli organismi di controllo terzo delle DOP e IGP, relativo ai controlli in campo, per la verifica del rispetto delle rese per ettaro sia delle uve fresche che di quelle appassite sulla pianta.

In questa ottica – sottolinea Cantele – va tutelata la campagna vitivinicola 2016, ottima per qualità e per un aumento di produzione del 15%, grazie a un andamento stagionale in genere favorevole fino ad oggi.

Andamento caratterizzato da un buon germogliamento e una fioritura abbondante che, per alcune varietà, ha risentito delle basse temperature minime di inizio maggio, condizionando la successiva allegagione (fase iniziale dello sviluppo dei frutti successiva alla fioritura).

Le IGT e i vini pugliesi DOC

Ad oggi  sono 6 le IGT (Indicazioni Geografiche Tipiche):

  • Tarantino
  • Valle d’Itria
  • Salento
  • Murgia
  • Daunia
  • Puglia

29 sono i vini pugliesi DOC (Denominazione di Origine Controllata) che  detengono un valore inestimabile, intrinseco al prodotto agroalimentare e alla professionalità imprenditoriale.

Il prodotto va salvaguardato a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti regionali sul mercato globalizzato.

E i risultati della scelta di qualità degli imprenditori agricoli pugliesi si sono fatti vedere perché la produzione DOC e DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) è aumentata del 37%.

E infatti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali…

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che per l’anno 2016 sono stati potenziati i controlli nel periodo di vendemmia.

Sono stati previsti complessivamente oltre 11 mila controlli mirati sul settore vitivinicolo.

Nel primo semestre ne sono stati effettuati già 5.698, con sequestri di prodotti contraffatti per oltre 2,5 milioni di euro e con 920 diffide.

Proprio nei giorni scorsi su disposizione della Procura della Repubblica di Venezia, l’Ispettorato Repressione Frodi (ICQRF) del Ministero delle politiche agricole e la Guardia di Finanza di Treviso hanno portato avanti un’operazione antifrode denominata “Pinocchio“.

I dettagli dell’operazione Pinocchio

Attraverso 12 perquisizioni presso imprese venete e pugliesi sono stati sequestrati oltre 130 mila litri di vino falsamente etichettato come IGP «Puglia» Pinot Grigio in attesa di confezionamento.

Il vino, proveniente da compiacenti cantine pugliesi, derivava in realtà da varietà di uva a bacca bianca diverse dal Pinot Grigio.

Tramite falsi documenti di accompagnamento, il vino arrivava dalla Puglia a un imbottigliatore veneto, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato nazionale ed estero.

Sulla tavola rischiava così di arrivare vino bianco di incerta origine e provenienza, traendo in inganno il consumatore.

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