27 Luglio 2024
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Gridano aiuto da Boko Haram

Il toccante appello delle ragazze rapite dai miliziani. Gridano aiuto da Boko Haram. Non c’è mai termine alla strategia del terrore.

Dalla Nigeria un’altra pagina dell’orrore

Questa volta arriva dalla Nigeria un’altra sconvolgente pagina del copione dell’orrore.

Dopo due anni circa di silenzio, i miliziani di Boko Haram diffondono un video shock che mostra le ragazze rapite nel 2014 a Chibok, nel nord-est di questa nazione.

Molte di loro appaiono velate, una ha in braccio un bimbo, ma i volti di tutte esprimono l’orrore dei soprusi e degli atti di violenza a cui sono state sottoposte in questi due anni.

Parla Maida Yacubu

A parlare è una ragazza che dice di chiamarsi Maida Yacubu, la stessa che, all’epoca dell’evento, è stata inutilmente cercata dal padre attraverso i canali televisivi.

Parla con l’intensità del dramma di una vita spezzata, depauperata di ogni speranza e di ogni sogno.

La ragazza supplica: “Aiutateci, accettate le loro richieste, liberate i loro uomini“.

La richiesta del terrorista

A porgere il microfono alla ragazza è un terrorista. Volto coperto, arroganza tipica dei terroristi, rivolge una richiesta ben precisa al governo nigeriano.

Devono essere liberati tutti i loro uomini, altrimenti tutte le 219 ragazze superstiti saranno uccise.

Regia del terrore

Ricatti, soprusi, vite umane annientate nello spazio di un attimo. Donne, bambini falcidiati dalla scure della crudeltà.

Questo il bilancio della spietate strategia del terrore, che sembra non avere mai fine, che lascia il mondo annichilito e ci si chiede perché, ma non può esservi una risposta lì dove non c’è una ragione.

Queste ragazze, all’epoca tutte studentesse, sono state rapite ad aprile del 2014 e, ancora oggi, sono nelle mani di questo gruppo terrorista.

I destini delle studentesse..

Secondo la BBC circa 40 sarebbero morte (si ignorano le cause), molte date in moglie a miliziani jihadisti, quanto alle altre è facile intuire quali e quanti soprusi abbiano subito.

Colpevoli di essere nate nel posto sbagliato, colpevoli di aver voluto uscire dal grigiore di una vita anomala, colpevoli di essere donne.

Dalla Nigeria si leva un grido lacerante, una richiesta d’aiuto.

Ascoltiamola!

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