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Assegno di maternità dei Comuni
L’assegno di maternità di base (altrimenti detto assegno di maternità dei Comuni) è una prestazione assistenziale concessa dai Comuni ed erogata dall’Inps.
Di cosa si tratta
E’ un sostegno predisposto diversi anni fa (articoli 65 e 66 della legge 23 dicembre 1998, n. 448). Non ha nulla a che vedere con il “bonus mamme domani” né con il “bonus bebè” in quanto trattasi di sostegno erogato a livello comunale. L’assegno non è cumulabile con altri trattamenti previdenziali, fatto salvo l’eventuale diritto a percepire dal Comune la quota differenziale.
Chi ne ha diritto
Il diritto all’assegno è riconosciuto alle donne residenti, cittadine italiane o comunitarie o in possesso di carta di soggiorno. L’assegno è concesso in presenza di determinati requisiti reddituali (ISEE), la cui verifica compete al Comune di residenza e che varia di anno in anno. Per gli anni 2016 e 2015 è stato preso come riferimento l’indicatore della situazione economica equivalente (I.S.E.E.) dei nuclei familiari con tre componenti pari a 16.954,95 euro.
Quanto spetta
Anche per l’anno 2017 (così come per gli anni 2015 e 2016) l’importo dell’assegno di maternità (in misura intera) per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento avvenuti dal 1.1.2017 al 31.12.2017 è pari a Euro 338,89 per cinque mensilità e quindi a complessivi Euro 1.694,45. (Leggi la circolare n. 55 Inps dell’8 marzo 2017).
Il decreto del 21 dicembre 2000, n. 452 entrato in vigore nel 2001 stabilì che l’assegno deve essere corrisposto integralmente, per un ammontare (a suo tempo) di 200 mila lire mensili e per 13 mensilità. Ovviamente oggi l’importo dell’assegno è differente (anche perché la moneta è l’euro e non la lira) perché differenti sono anche le condizioni e gli indici.
L’importo dell’assegno è rivalutato al 1° gennaio di ogni anno sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati calcolato dall’ISTAT. Viene quantificato nella Circolare salari medi convenzionali, che l’Istituto pubblica annualmente sul proprio sito web istituzionale.
Leggi la circolare INPS dei salari medi del 17 marzo 2016
Sono i Comuni a darne notizia
I Comuni, sulla base della disponibilità finanziaria, stabiliscono annualmente se è disponibile il fondo da destinare alle richieste di assegno di maternità e comunicano a quanto ammonta. Ne danno notizia attraverso pubblica affissione nei territori comunali. All’Inps spetta soltanto il ruolo di ente erogatore sulla base dei dati forniti dal Comune.
Come presentare la domanda
La prima cosa da fare è quella di recarsi presso il proprio Comune di residenza (oppure visitando il sito istituzionale) e chiedere all’incaricato alle politiche sociali se è possibile chiedere l’assegno di maternità dei Comuni. Nel caso in cui la risposta fosse positiva, si chieda a quanto ammonta l’assegno e farsi consegnare l’eventuale modulo per presentare la domanda. Probabilmente sarà sufficiente presentare autocertificazione.
La stessa va presentata al Comune di residenza (entro 6 mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo ingresso del minore in famiglia nel caso di adozione o affidamento). Sarà lo stesso ente a verificare la sussistenza dei requisiti di legge per la concessione delle prestazione.
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