27 Luglio 2024
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nota terzo trimestre 2016 occupazione

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Nota terzo trimestre 2016 occupazione

“L’unione fa la forza” è il caso di dire perché Istat, Ministero del lavoro, Inps e Inail si uniscono per stilare la nota terzo trimestre 2016 occupazione.

Le fonti sull’occupazione si uniscono

Istat, Ministero del lavoro, Inps e Inail hanno pubblicato oggi in contemporanea sui rispettivi siti web la prima nota terzo trimestre 2016 occupazione congiunta. L’obiettivo – dicono – è quello di valorizzare la ricchezza delle diverse fonti sull’occupazione – amministrative e statistiche – per rispondere alla crescente domanda di una lettura integrata delle dinamiche del mercato del lavoro. In pratica grazie ai dati pubblicati nei comunicati precedenti da ogni fonte (ora unitasi nella nota terzo trimestre 2016 occupazione pubblicata oggi), è stata realizzata un’analisi più completa con i dati fino al terzo trimestre 2016. Analisi che sarà sempre più completa nelle prossime note.

Qualcuno teme l’eventuale referendum per l’abolizione dei voucher?

Sarà certamente un caso che questa “comunione di forze” tra Ministero, Inps, Istat e Inail arrivi a pochi giorni dall’esame della Corte Costituzionale in camera di consiglio (11 gennaio 2017) che discuterà su alcune norme dell’articolo 18, compresi i tanto discussi voucher. (Ne abbiamo parlato in questo articolo: “Corte Costituzionale esamina Jobs Act“)

Un esame che ricordiamo, è scaturito dalla raccolta di più di 3 mln di firme dalla Cgil che propone 3 referendum abrogativi riguardanti il jobs act ivi compresa l’abolizione dei voucher. E sarà certamente un caso che nella nota terzo trimestre 2016 occupazione si faccia rilevare il presunto incremento dell’uso dei voucher e il loro basso costo.

L’incidenza del Pil sul mercato del lavoro

Si legge nella nota che le dinamiche del mercato del lavoro, e in particolare dell’occupazione, che si sono manifestate nel corso del 2016 avvengono in un contesto di crescita del prodotto interno lordo:

  • nel terzo trimestre del 2016 il Pil ha segnato un aumento congiunturale dello 0,3% e un tasso di crescita tendenziale dell’1%;
  • l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) risulta stabile sotto il profilo congiunturale mentre in termini tendenziali la crescita (+0,9%) risulta sostanzialmente allineata a quella del Pil;
  • il tasso di occupazione destagionalizzato è stato pari al 57,3% negli ultimi due trimestri, in recupero di quasi due punti percentuali rispetto al momento di minimo (terzo trimestre 2013, 55,4%) considerando l’ultimo decennio 2007-2016, ma ancora distante di un punto e mezzo dal momento di massimo (secondo trimestre 2008, 58,8%).
Cosa è emerso dallo studio congiunto

Nel terzo trimestre 2016 il livello complessivo dell’occupazione è cresciuto ancora su base annua e si è sostanzialmente stabilizzato a livello congiunturale.

La nota congiunta nel dettaglio

La crescita tendenziale dell’occupazione è stata interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente, sia in termini di occupati complessivi (+1,8% Istat-Forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,2% Istat-Oros). L’andamento tendenziale trova conferma sia nei dati relativi alle Comunicazioni obbligatorie (Ministero del lavoro e delle politiche sociali – CO) rielaborate (+543 mila nella media del terzo trimestre 2016 rispetto al terzo trimestre 2015) sia nei dati dell’Inps-Osservatorio sul precariato riferiti alle sole imprese private (+473 mila posizioni lavorative al 30 settembre 2016 rispetto al 30 settembre 2015).

Il lavoro dipendente e indipendente

La sostanziale stabilità congiunturale dell’occupazione totale è sintesi:

  • di una crescita del lavoro dipendente (+66 mila occupati, Istat-Forze di lavoro per il complesso dei settori e +77 mila posizioni lavorative per i settori dell’industria e dei servizi, Istat-Oros);
  • della contestuale riduzione dell’occupazione indipendente (-1,5%, pari a -80 mila occupati, Istat-Forze di lavoro), che è tornata a calare anche sotto il profilo tendenziale (-1,4%, Istat-Forze di lavoro).

L’incremento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti è confermato dai dati destagionalizzati delle Comunicazioni obbligatorie rielaborate. Nel terzo trimestre 2016 si sono avute 2,1 milioni di attivazioni a fronte di poco più di 2 milioni di cessazioni, che determinano un saldo positivo (attivazioni meno cessazioni) di 93 mila posizioni di lavoro, dopo la crescita di 48 mila posizioni nel secondo trimestre 2016 e di 257 mila nel primo trimestre.

83 mila posizioni a tempo determinato e di 10 mila posizioni a tempo indeterminato

Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti rilevato nel terzo trimestre sulla base delle CO rielaborate è frutto di 83 mila posizioni a tempo determinato e di 10 mila posizioni a tempo indeterminato. In particolare, le posizioni di lavoro a tempo determinato sono tornate a crescere dopo il ridimensionamento del secondo trimestre 2016.

La crescita tendenziale è invece quasi interamente ascrivibile all’incremento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato, come evidenziato dai dati sia delle CO rielaborate (+489 mila) sia dell’Inps (+457 mila). Tale incremento, particolarmente significativo e concentrato nei trimestri a cavallo tra il 2015 e il 2016, come documentato dalla dinamica sia tendenziale sia congiunturale, è stato tale da indurre duraturi effetti di trascinamento anche nei trimestri successivi.

L’inattività

La dinamica del mercato del lavoro è caratterizzata anche da una consistente riduzione tendenziale dell’inattività (-528 mila persone), associata all’incremento degli occupati (+239 mila) e delle persone in cerca di lavoro (+132 mila) ma anche alla riduzione complessiva di individui nella fascia di età 15- 64 anni a causa dell’invecchiamento della popolazione.

I voucher

Nei primi 9 mesi del 2016 i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47 mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nell’anno 2015: ciò significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti.

Gli infortuni

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Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all’Inail nel terzo trimestre del 2016 sono stati 137 mila (di cui 118 mila in occasione di lavoro e 19 mila in itinere) in aumento dell’1,1% (+1,5 mila denunce) rispetto al terzo trimestre del 2015. Tale incremento è in linea con la crescita dell’occupazione.

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