5 Dicembre 2024
Home » Lifestyle » Lavoro » Corteo portuali Trieste 15 ottobre | Lavoratori vaccinati e non, tutti uniti contro il Green Pass da nord a sud
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CORTEO PORTUALI TRIESTE 15 OTTOBRE

Come ormai sanno tutti, da domani fino al 31 dicembre entra in vigore l’obbligo del Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro. Ma le proteste non si fermano ripartendo da chi ha alzato la voce in maniera più efficace, stavolta con il corteo portuali Trieste 15 ottobre 2021.

LA “MINACCIA” DI SCIOPERO A OLTRANZA

I lavoratori del porto di Trieste lo hanno detto ovunque, in piazza, sui giornali e in televisione. Se il Green Pass non verrà ritirato in ogni ambito lavorativo pubblico e privato di tutta Italia, lo sciopero andrà avanti a oltranza. Il decreto legge 127/2001 istituito dal Governo Draghi, entra infatti in vigore proprio da domani, venerdì 15 ottobre 2021.

Forti sono le preoccupazioni di eventuali altri incidenti e alta è la tensione, a partire da Roma dove si temono altre infiltrazioni nei cortei comunque ancora pacifici che si terranno domani.

IL COORDINAMENTO NO GREEN PASS TRIESTE “APPOGGIAMO I PORTUALI”

In una nota stampa pubblicata sul proprio sito giovedì 14 ottobre, il Coordinamento No Green Pass Trieste, a seguito del mancato accoglimento delle richieste fatte al Governo, ha comunicato che appoggerà i lavoratori portuali nella decisione di bloccare il porto di Trieste fino alla disapplicazione totale del Green Pass.

LE RICHIESTE
  • Fermare l’applicazione del green pass
  • impedire l’imposizione dell’obbligo vaccinale
  • chiedere che siano favoriti, in generale, ulteriori approcci terapeutici.

Oggi, a fronte del mancato accoglimento delle proprie istanze, il Coordinamento “fa propria la protesta dei portuali triestini che bloccheranno il porto cittadino finché la politica non abolirà il Green Pass“.

L’INIZIATIVA DI PROTESTA

Per protestare contro tale misura ritenuta ricattatoria e discriminatoria, a Trieste è stato lanciato uno sciopero generale di 5 giorni (dal 15 al 20 ottobre).

L’iniziativa è stata proclamata dalla Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti e dall’Associazione Lavoratori Cobas e dal Sindacato degli Operai Autorganizzati. Sono esclusi i lavoratori dei servizi pubblici essenziali determinati dalla legge 146/90 (istruzione, poste, igiene pubblica…). A tale sciopero ha scelto di aderire il Coordinamento dei Lavoratori Portuali di Trieste, con comunicato del 13/10/2021.

Tale sciopero sta innescando una serie di reazioni in tutta Italia con manifestazioni che si terranno un po’ ovunque, dalle prime ore del mattino fino a sera. A Trieste l’appuntamento per il blocco del porto è alle ore 7 al varco 4, Molo VII in Viale Campi Elisi, senza bandiere e manifesteranno tutti insieme, vaccinati e non vaccinati.

COME SI ARTICOLERÀ LO SCIOPERO

I portuali considerano il decreto sul Green Pass una possibilità di tramutare il ricatto della tessera verde in una dimostrazione di forza e unità di tutti i lavoratori. Lo stesso vale per quelli che non possono aderire allo sciopero.

“Presentarsi sul posto di lavoro, dichiarando che non si accetta di possedere la tessera verde o comunque non esibirla”. I lavoratori saranno così dichiarati “assenti ingiustificati”, non percepiranno lo stipendio, ma non andranno incontro a possibili conseguenze disciplinari. Manterranno inoltre il diritto alla conservazione del posto di lavoro.

In sostanza – dicono – possiamo rientrare sul posto di lavoro quando decideremo di possedere ed esibire il green pass e in quel caso il padrone deve farci rientrare subito, eccetto che per le imprese con meno di quindici dipendenti, ove possiamo essere sospesi per venti giorni (ma poi abbiamo diritto di rientrare).”

RIFIUTANDO IL RICATTO, FAREMO UN DANNO ALL’ECONOMIA E AL SISTEMA

Se non accettiamo il ricatto – proseguono i portuali di Trieste – astenendoci dall’andare a lavorare per quanti più giorni possibile, faremo un danno notevole all’economia e al sistema: l’unico linguaggio che gente come Draghi capisce. A Trieste dobbiamo unirci al blocco del porto che dobbiamo far diventare un atto di resistenza di tutti i lavoratori e le lavoratrici“.

I CONSIGLI PER I LAVORATORI AUTONOMI

Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, i portuali consigliano di astenersi direttamente dal lavorare, facendo presente ai propri clienti e dipendenti la necessità di reagire così alla discriminazione subita. “Più esercizi commerciali e attività imprenditoriali rimarranno chiuse più si lancerà un messaggio chiaro all’esecutivo” – ribadiscono i portuali.

I CONSIGLI PER I LAVORATORI DIPENDENTI

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti “consigliamo di presentarsi sul proprio posto di lavoro e di far presente che si viene rifiutati in base ad una discriminazione anticostituzionale, pretendendo un riscontro scritto dalla propria azienda sui motivi del rifiuto. In alternativa chiamando un sindacalista disponibile, un pubblico ufficiale o un avvocato o chiedendo ai colleghi di testimoniare con una scrittura privata o riprendendo/registrando il rifiuto con il cellulare, per certificare la discriminazione subita” – spiegano i portuali.

Successivamente si deve spedire all’azienda con Pec o con raccomandata con ricevuta di ritorno una comunicazione di messa a disposizione o analoga comunicazione di spiegazione dell’assenza dal posto di lavoro per la discriminazione anticostituzionale ricevuta” – concludono dal Coordinamento dei Lavoratori Portuali di Trieste.

ALCUNE DELLE ALTRE MANIFESTAZIONI

Si terranno cortei anche a Milano a partire dalle ore 10 davanti ai luoghi simbolo di Milano: il tribunale, l’università, piazza Fontana e l’ingresso della Rai in corso Sempione. Manifestazione di protesta anche a Roma al Circo Massimo con il sit in delle Sentinelle della Costituzione guidate dall’avvocato Edoardo Polacco.

Proteste anche a Genova, dove i genovesi saranno in presidio a Ponte Etiopia. A Firenze presidio dalle 10,30 a Santa Maria Novella. A Bologna corteo in piazza Maggiore mentre a Torino si riuniranno davanti alla Fiat, in piazza Castello, alla Pirelli. A Savona presidio davanti alla Prefettura. Manifestazioni anche a Udine da parte dei Vigili del Fuoco e ad Ancona al Porto. Proteste anche all’Università di Messina cui certamente si aggiungeranno quelle di altre Università.

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