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VerificaC19 DISCRIMINA LE PERSONE?
Dall’introduzione del Super Green Pass che entra in vigore da domani, lunedì 6 dicembre 2021 viene ancora più spontaneo chiedersi: l’app verificaC19 discrimina le persone? Sui luoghi di lavoro NO…. forse.
COSA È L’APP VERIFICAC19
“VerificaC19” è l’app ufficiale del governo italiano, sviluppata dal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID-19.
Lo scopo è quello di abilitare gli operatori alla verifica della validità e dell’autenticità delle “Certificazioni verdi COVID-19” prodotte in Italia dalla piattaforma nazionale “DGC” del Ministero della Salute e dei “Certificati europei digitali COVID” (“EU Digital COVID Certificate”) rilasciati dagli altri stati membri dell’Unione Europea.
I DATI PERSONALI
È scritto nella descrizione dell’app che è stata sviluppata e rilasciata rispettando:
- la protezione dei dati personali dell’utente e della normativa vigente;
- le specifiche tecniche europee “Digital COVID Certificate” approvate dall’”eHealth Network” dell’Unione Europea.
COME FUNZIONA
Viene spiegato che l’app consente agli operatori incaricati di verificare la validità delle Certificazioni verdi COVID-19 e degli “EU Digital COVID Certificate”. Come? Con la lettura del codice “QR” del certificato. Non prevede la memorizzazione o la comunicazione a terzi delle informazioni scansionate.
L’app infatti effettua la verifica in modalità offline senza invocare un servizio di un sistema remoto nel momento in cui viene utilizzata. Ma l’ultimo aggiornamento dell’app lascia spazio a qualche……… timore.
LA “DOPPIA SCELTA” PER L’OPERATORE
Dall’ultimo aggiornamento (versione 1.1.8) è comparsa una funzione (un rettangolo) che consente di scegliere il tipo di verifica che l’operatore desidera fare. Le opzioni sono le seguenti:
- VERIFICA RAFFORZATA (Super Green Pass) – Vaccinazione/guarigione
- TIPOLOGIA VERIFICA BASE – Vaccinazione/guarigione/tampone.
Dopo aver fatto la scelta, l’operatore procede a fare la scansione toccando su “SCANSIONA IL QR CODE”. Sembra tutto apparentemente normale se non per un fatto che spieghiamo di seguito.
PAOLO, UN LAVORATORE NON VACCINATO
Facciamo un esempio pratico immaginando di trovarci in un qualunque posto di lavoro. Paolo (nome immaginario), un lavoratore non vaccinato si presenta come ogni giorno all’ingresso del luogo dove lavora. Trova come sempre l’operatore incaricato al controllo del Green Pass che utilizza l’app VerificaC19 oppure qualunque altro sistema (autorizzato) messo a disposizione dell’azienda che funziona allo stesso modo.
Fino ad oggi, l’operatore ha scansionato il suo Green Pass ottenuto con un tampone e gli ha permesso di accedere ai luoghi di lavoro conoscendo solo l’esito positivo della verifica della certificazione verde di Paolo.
IL SECONDO….. FINE
Supponiamo che l’azienda dove lavora Paolo decida di “stanare” i lavoratori non vaccinati perché ha deciso di crear loro dei problemi non ritenendoli più idonei al lavoro.
In barba alla privacy del lavoratore dunque l’operatore addetto al controllo non fa altro che scegliere sistematicamente l’opzione 1 (Verifica rafforzata). Scansionando un valido Green Pass ottenuto da tampone, l’app fornirà un esito negativo alla verifica del Green Pass svelando che trattasi di un lavoratore non vaccinato.
Poi, per farlo accedere al lavoro, cambia l’opzione (passando alla n° 2), scansiona di nuovo il Green Pass che darà esito OK che gli permetterà di entrare. L’obiettivo principale è stato raggiunto: i dati di Paolo (nome e cognome) vengono trascritti su una specie di “lista nera” e trasmessi ai responsabili aziendali.
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